In Perù si concentra il 71 per cento dei ghiacciai tropicali di tutto il mondo. Molti dei quali rappresentano ormai una minaccia per le popolazioni montane.
Carhuaz è una cittadina di 10mila abitanti. Si trova nella regione di Ancash, in Perù, a poco più di 30 chilometri dal centro urbano di Huaraz. A quasi 2.700 metri di altitudine, Carhuaz sorge sull’altopiano di Callejon de Huaylas, ai pedi della Cordigliera Bianca, catena montuosa lunga 180 chilometri dalla quale svettano 33 picchi ad oltre 6mila metri di altitudine.
Qui, ovunque, si inerpicano le lingue bianche dei ghiacciai appoggiate sui fianchi delle montagne. Un tempo si trattava soltanto di uno spettacolo maestoso da ammirare. Oggi , invece, le nevi perenni sono diventate una minaccia per gli abitanti locali. La fusione dei ghiacci dovuta al riscaldamento globale rappresenta infatti un rischio sempre più grande per la popolazione. Già nel 2010, le temperature elevate hanno provocato nella zona un’ondata improvvisa, alta 28 metri. Un evento di forza inaudita, che si abbatté sulla valle.
Così, nelle località attorno al monte Pariacaca da tempo si chiede ai residenti di allenarsi in esercitazioni di evacuazione. Sono state installate sirene per avvisare la popolazione e consentirle di mettersi al riparo. Un lago situato al di sopra dei centri abitati, infatti, ha visto quadruplicare il proprio volume nel corso di un decennio. Il rischio è che si possa creare uno tsunami: per questo i ghiacciai sovrastanti vengono sorvegliati 24 ore su 24.
Climate change has caused the melting of 51% of the surface of Peru's glaciers over the last 50 years. The country has 71% of the world's tropical glaciers. These glaciers provide water used for drinking, irrigation and the production of hydroelectricity. pic.twitter.com/mTdYij74hL
— TheLastTropicalGlaciers (@TropicalGlacier) July 25, 2020
2.679 ghiacciai, per una superficie di 2mila chilometri quadrati
I ghiacciai del Perù sono, in questo senso, uno dei “termometri” del riscaldamento globale. Nella nazione sudamericana se ne contano complessivamente 2.679, per una superficie totale di circa duemila chilometri quadrati. Essi rappresentano, da soli, il 71 per cento dei ghiacciai tropicali del mondo.
Vanishing Glaciers: The Future of Water in Peru's High Andes https://t.co/5nCKIbGx7t The Peruvian Andes, home to 70 percent of the world’s tropical glaciers, have lost some 40 percent of their surface area since the 1970s. pic.twitter.com/KaQuMTfhaq
Un patrimonio inestimabile, che sta scomparendo a causa delle attività dell’uomo. Già cinque anni fa fu annunciato che, in 35 anni, i ghiacciai avevano già perso il 40 per cento della loro superficie complessiva. I dati risultano ancor più inquietanti se si considerano gli ultimi 50 anni. Un rapporto pubblicato dall’Autorità nazionale dell’acqua (Ana) del Perù ha indicato infatti che la perdita totale tocca il 51 per cento. A causa degli effetti dei cambiamenti climatici, dunque, abbiamo già perso più della metà di tali riserve di acqua allo stato solido.
13 ghiacciai sono ormai monitorati 24 ore su 24
Ciò non fa altro che alimentare gli oltre 8mila laghi presenti nella nazione dell’America latina. Per questa ragione, l’Ana ha già posto 13 ghiacciai sotto stretta sorveglianza. Il Pastoruri, nel parco nazionale di Huascaran, è uno dei più colpiti dal riscaldamento globale.
“Tra il 1980 e il 2019 si è ritirato di 650 metri, formando un nuovo lago a contatto con il ghiaccio. Bacino che non fa che crescere”, scrive il rapporto dell’Ana. Analoga la situazione dei ghiacciai di Uruashraju e di Yanamarey, che tra il 1948 e il 2019 sono indietreggiati di circa un chilometro. Una volta ancora, dunque, i ghiacciai si confermano ecosistemi molto sensibili ai cambiamenti climatici. Sentinelle che siamo chiamati ad osservare e che lanciano segnali a noi e ai nostri governi.
Non era mai accaduto che la temperatura media globale in un intero anno solare fosse di oltre 1,5 gradi centigradi superiore ai livelli pre-industriali.
Secondo i dati preliminari il 2023 è stato un anno anomalo, in cui l’assorbimento netto della CO2 da parte degli ecosistemi terrestri si è quasi azzerato.
La comunità energetica nata all’inizio degli anni Duemila è diventata un porto sicuro nella Florida esposta alla minaccia degli uragani, grazie a una pianificazione efficiente basata su innovazione e fonti rinnovabili.