ICity Rank 2020, la classifica delle città più digitali d’Italia

Wi-fi gratuito, comunicazione sui social media, ma anche open data e app di pubblica utilità. Cosa ci dice l’ultima classifica ICity rank 2020 sulla digitalizzazione del paese.

C’è Firenze al primo posto, seguita da Bologna e Milano. Mentre per quanto riguarda le città del centro-sud ai primi posti si trovano solo Roma capitale e Cagliari. Il divario digitale dei 107 comuni capoluogo analizzati dall’annuale classifica stilata da Forum Pa, ICity Rank 2020, mostra ancora una volta la differenza esistente tra il Nord e il Sud del paese. Se il capoluogo toscano è primo negli otto indicatori analizzati, Agrigento insieme ad Enna, Chieti e Nuoro si trovano agli ultimi posti.

Gli indicatori analizzati da ICity Rank 2020

Una classifica che ha certamente patito la pandemia di Covid-19, ma che in un certo senso è stata modellata quest’anno anche dall’accelerazione che alcune città hanno dato alla digitalizzazione del territorio.

Accessibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti Wi-fi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti. Questi gli indicatori analizzati dagli esperti e che hanno permesso di vedere come le amministrazioni pubbliche delle principali città stiano lavorando alla trasformazione in smart cities dei propri comuni e territori.

App per le città
Nell’emergenza le metropoli hanno dimostrato di saperle utilizzare accelerando processi di trasformazione digitale che erano già in corso © Pixabay

Questa classifica offre uno “spaccato di come le amministrazioni comunali hanno gestito la pandemia. Che ci ha permesso di comprendere quanto importante sia la digitalizzazione”, spiega Cecilia del Re, assessore all’urbanistica, ambiente e agricoltura urbana del Comune di Firenze, intervenuta durante il Forum Pa 2020. “In questi mesi abbiamo potenziato le infrastrutture digitali. Oggi ad esempio abbiamo una rete Wi-fi molto diffusa, che [durante il lockdown, ndr] ci ha dato la possibilità di controllare eventuali assembramenti”. Resta da capire il confine tra il rispetto della privacy del cittadino e la possibilità da parte di un’amministrazione pubblica di “monitorare” gli utenti in base agli accessi alla rete.

La spinta digitale nell’anno della Covid-19

Ciò che la classifica mostra, secondo Gianni Dominici, direttore generale di Fpa è che “il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali”, come spiega in una nota. Sono comunque le città di maggiori dimensioni ad evidenziare una marcia in più in termini di risorse finanziarie e di competenze gestionali disponibili o reperibili per la trasformazione digitale. Nell’emergenza le metropoli hanno dimostrato di saperle utilizzare accelerando processi di trasformazione digitale che, in molti casi, erano già in corso.

Ci sono comunque diverse eccezioni che confermano come l’innovazione possa svilupparsi anche in contesti caratterizzati da livelli relativamente meno elevati di ricchezza e crescita economicam, spiegano dal Forum Pa. Dopo Cagliari, con il 9° posto in classifica, Palermo si attesta al 13mo posto, Lecce al 17mo e Bari al 20mo.

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