Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
Il 2 ottobre è la Giornata internazionale della nonviolenza
Nell’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi si celebra una giornata per diffondere i valori universali della nonviolenza.
«Ci sono molte cause per le quali sono pronto a morire, ma nessuna per cui sono pronto ad uccidere». Queste parole del Mahatma Gandhi riassumono alla perfezione la sua dottrina, incentrata sulla nonviolenza, ovvero il rifiuto dell’uso della violenza fisica, al fine di raggiungere obiettivi sociali o cambiamenti politici.
Il 2 ottobre si celebra la Giornata internazionale della nonviolenza, istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite il 15 giugno 2007 e celebrata per la prima volta il 2 ottobre 2007. La data scelta, non a caso, è quella della nascita di Gandhi. La giornata rappresenta un’occasione per diffondere il messaggio e il valore della nonviolenza, anche attraverso l’educazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Presentando la risoluzione all’assemblea generale dell’Onu il ministro degli Esteri indiano, Anand Sharma, ha dichiarato che l’ampio sostegno da più parti alla risoluzione riflette il rispetto universale per il Mahatma Gandhi e la rilevanza attuale della sua filosofia, citando le ultime parole del leader, ha dichiarato: «La nonviolenza è la più grande forza a disposizione del genere umano. È più potente dell’arma più distruttiva che l’uomo possa concepire».
«In questa giornata commemoriamo la filosofia di Gandhi, che con il suo esempio ha dimostrato che le proteste pacifiche potrebbero fare molto più delle aggressioni militari – ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – i principi sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata nel 1948, l’anno della morte di Gandhi, devono molto alle sue convinzioni. Dobbiamo promuovere una cultura di pace, costruita sul dialogo e la comprensione, per vivere insieme in armonia, nel rispetto e celebrare la ricchezza della diversità dell’umanità. In questa giornata, invito tutte le persone a contrastare le forze di intolleranza, promuovere la cittadinanza globale e creare solidarietà umana basata sulla filosofia della nonviolenza».
La nonviolenza non significa passività e codardia, tutt’altro. Opporsi alla violenza provando a sovvertirne gli schemi implica grande forza di volontà e indomito coraggio, questo è il messaggio che ci ha tramandato il Mahatma, letteralmente “grande anima”, e che ora spetta a noi tramandare e diffondere.
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