Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
I cittadini dello stato americano hanno votato per bandire alcune condizioni crudeli per lo stallo di polli, vitelli e maiali negli allevamenti intensivi.
Le gabbie di batteria nelle quali vengono rinchiuse le galline ovaiole offrono solitamente all’animale una superficie di circa quattro decimetri quadrati in cui “muoversi”, uno spazio grande poco meno di un foglio A4. Le gabbie da gestazione per suini sono vere e proprie prigioni nelle quali le scrofe vengono rinchiuse per 16 settimane e mezzo, ovvero la durata della loro gravidanza. Queste gabbie impediscono alle scrofe la maggior parte dei movimenti, provocando gravi ferite fisiche ed elevati livelli di stress. I vitelli, dopo essere stati separati dalla madre pochi giorni dopo la nascita, trascorrono invece tutta la loro breve vita (sei mesi, fino alla macellazione) in minuscoli box di cemento o metallo illuminati e areati artificialmente. Vengono inoltre alimentati in maniera inadeguata per ottenere una carne più bianca (sembra che i consumatori la preferiscano).
Il termine più idoneo per queste pratiche in voga negli allevamenti intensivi di tutto il mondo sarebbe, senza alcun rischio di iperbole, “tortura”. L’elezione di Donald Trump come 45esimo presidente degli Stati Uniti è sicuramente il più famoso risultato delle votazioni che si sono tenute negli Stati Uniti lo scorso 8 novembre, ma non l’unico. I cittadini del Massachusetts hanno infatti votato per eliminare queste pratiche per lo stallo di polli, vitelli e maiali negli allevamenti intensivi e vietare la vendita di prodotti che siano stati ottenuti da animali detenuti in queste condizioni.
https://www.youtube.com/watch?v=iUPimq4e7Wc
Il 78 per cento dei votanti ha voluto bandire queste forme di estrema crudeltà riservate gli animali cosiddetti “da reddito”, dimostrando una crescente sensibilità. La legge, che non ha precedenti nella Storia degli Stati Uniti perché per la prima volta si è votata l’abolizione di tre situazioni contemporaneamente, entrerà in vigore nel 2022 ed è passata nonostante la pressione della lobby degli allevatori secondo la quale questa misura alzerà notevolmente i prezzi dei prodotti.
Yes! Uno stato americano vieta alcune pratiche crudeli per gli animali
? https://t.co/fwpncpe8zr— Essere Animali (@EssereAnimali) 9 novembre 2016
“Questo è un altro piccolo passo verso il futuro, ma soprattutto un chiaro segnale di come la coscienza delle persone su questi temi stia cambiando e di quanto l’argomento sia ormai di interesse generale – si legge in un comunicato dell’associazione Essere Animali. – L’utilizzo di animali per l’alimentazione è e sarà uno dei grandi temi sociali dei prossimi anni”. Per quanto importante questo passo avanti è ancora insignificante se paragonato alle condizioni in cui tutt’ora (non) vivono gli animali negli allevamenti intensivi di tutto il pianeta e considerato il ruolo che questi ultimi hanno nei cambiamenti climatici e nell’insorgenza di batteri resistenti agli antibiotici.
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