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Secondo uno studio pubblicato da un team di ricerca europeo, esiste la possibilità di costruire dei parchi eolici su ponti e viadotti. Un’installazione tipo fornirebbe energia a 500 famiglie.
L’eolico sta evolvendo. Dopo le recenti installazioni sulla Torre Eiffel, simbolo di Parigi, e il prototipo di turbina eolica senza pale, ora si sta pensando di sfruttare gli spazi sotto a ponti o viadotti per installare rotori eolici.
La proposta viene da uno studio realizzato da un gruppo di ricerca anglo-spagnolo, guidato dal ricercatore Oscar Soto dell’Università di Kingston, che ha simulato al computer l’opportunità di sfruttare i venti che soffiano al di sotto di queste infrastrutture.
Come modello è stato utilizzato il viadotto Juncal, nell’isola di Gran Canaria, per dimostrare che i vortici che si formano sotto la struttura sono in grado di muovere dei rotori, a loro volta capaci di produrre energia elettrica. La migliore soluzione valutata nei modelli sarebbe quella di una doppia turbina, in grado di occupare tutto lo spazio disponibile (ma si potrebbe optare anche per molte turbine più piccole).
Come specifica Science Daily, i risultati confermano che, nel caso del viadotto Juncal, la potenza di una singola turbina sarebbe di 0,25 MW, che aumenterebbe a 0,50 in caso di doppia installazione. “Si tratterebbe del consumo medio di circa 450-500 abitazioni”, ha dichiarato Soto. “Questo tipo di installazione potrebbe evitare l’emissione di 140 tonnellate di CO2 all’anno, pari a l’effetto prodotto da circa 7.200 alberi”.
Promotrice della ricerca è stata la Zecsa (Zona eolica canaria s.a.), azienda che sta lavorando a numerose applicazioni dell’energia rinnovabile, dal fotovoltaico all’idrogeno e appunto all’eolico, grazie al progetto Painper (Plan de aprovechamiento de infraestructuras públicas para energías renovables). “Questo progetto nasce dopo le difficoltà incontrate nell’installazione di queste tecnologie in aree densamente edificate o protette”, ha dichiarato Aday C. Martin, presidente di Zecsa. La ricerca, pubblicata su Science Direct, è un passo ulteriore verso l’integrazione delle rinnovabili nella nostra società, dagli edifici alle autostrade, dal mare ai viadotti.
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