Torna il 19 e 20 aprile lo sciopero globale per il clima, che in Italia vede coinvolte 25 città. Giovani in piazza anche per Gaza.
Olio Zucchi misura l’impronta di carbonio e compensa le emissioni
L’intera linea di prodotti certificata lungo tutta la filiera. La storica azienda di Cremona riduce emissioni e certifica il proprio impegno ambientale.
Con due secoli di storia alle spalle, l’oleificio Zucchi oggi produce fino a 1 milione di litri al giorno di olii confezionati. In quest’ottica l’azienda, guidata da Giovanni Zucchi, ha scelto un percorso che l’ha portata negli anni a investire in tecnologia e innovazione, sostenibilità e responsabilità sociale.
Un percorso che dura da 20 anni, quando di sostenibilità nemmeno si parlava, e che ha portato l’oleificio a investire sugli impianti produttivi, aumentandone efficienza e riducendone i consumi. I numeri parlano da soli: -5 per cento di metano, -14 per cento di elettricità, -28 per cento di acqua e -35 per cento della quantità di rifiuti prodotti.
Getty Images
Percorso che continua oggi, grazie al calcolo dell’impronta di carbonio (carbon footprint), realizzato in collaborazione e co-finanziato dal ministero dell’Ambiente. L’intera gamma di oli di semi, composta da 7 prodotti, sono certificati ISO TS 14067, certificazione che va ad aggiungersi a quelle raggiunte dall’azienda negli anni, come la UNI EN ISO 14001, la SA 8000 e la BS OHSAS 18001. Sigle che stanno a significare impegno nella qualità, nella sicurezza e nella riduzione dell’impatto ambientale. Ma anche rispetto dei diritti del lavoratore, e delle misure aziendali a tutela della salute.
“Con queste azioni ci aspettiamo che il consumatore percepisca il nostro impegno e la nostra trasparenza”, dichiara Giovanni Zucchi. La trasparenza infatti è oggi un valore imprescindibile per fare corporate social responsability.
Zucchi
Prendiamo ad esempio l’olio di mais e di soia. “L’azienda – si legge in una nota – ha scelto fornitori di prodotti non geneticamente modificati, richiedendo una certificazione ulteriore, al fine di garantire una contaminazione massima accidentale con prodotti ogm dello 0,1 per cento, invece dello 0,9 per cento, come previsto dalla normativa”.
Attenzione confermata da Zucchi: “Proprio perché riteniamo sia necessario migliorare ulteriormente, stiamo pensando a nuove operazioni, in particolar modo sulla filiera”. L’impegno volontario dell’oleificio ha portato inoltre l’azienda a compensare le emissioni tramite l’acquisto di crediti di carbonio, quantificabili in 180 tonnellate di CO2.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I lavori del ponte sullo stretto di Messina dovrebbero iniziare a dicembre 2024 e concludersi nel 2032. Ma i cittadini si ribellano.
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha imposto di rimuovere quasi del tutto alcuni Pfas dall’acqua potabile negli Stati Uniti.
La Corte europea per i diritti dell’uomo dà ragione alle Anziane per il clima: l’inazione climatica della Svizzera viola i loro diritti umani.
Dopo i rilievi nell’acqua potabile del Veneto e della Lombardia, sono state trovate tracce di Pfas nei delfini, tartarughe e squali spiaggiati sulle coste della Toscana.
Un nuovo rapporto di Wri e università del Maryland fa il punto sulla deforestazione. Miglioramenti in Brasile e Colombia, ma passi indietro altrove.
Sabato 6 aprile, il settimanale porta in edicola e online le tematiche del “vivere verde”. Con un’intervista a Simona Roveda.
A distanza di un mese dall’annuncio dello Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità prolungata da El Niño.
La legge europea sul ripristino della natura, la Nature restoration law, è in stallo. Prima del voto finale del Consiglio, alcuni paesi hanno ritirato il loro appoggio.