37 miniere di carbone chiudono in India perché non convengono più

Nero come il carbone. Mai detto è stato più azzeccato per descrivere il futuro del combustibile fossile in India che taglia il 9 per cento della sua produzione: non conviene più.

Il carbone non è più conveniente tanto che l’India chiuderà 37 delle sue miniere perché non più redditizie dal punto di vista economico. Un nuovo passo verso la transizione energetica, il Paese ha infatti già pianificato un taglio ai suoi progetti di investimento in grandi centrali elettriche a carbone per puntare sul solare.

Estrarre carbone non conviene più

Coal India Limited, la più grande società di estrazione del carbone al mondo controllata dallo Stato Indiano, produce circa l’82 per cento del carbone del Paese. Recentemente ha annunciato l’intenzione di chiudere 37 impianti di estrazione entro marzo 2018, pari al 9 per cento circa delle sue miniere attualmente in funzione. Si tratterebbe di impianti in perdita la cui chiusura permetterebbe di far risparmiare alla società 8 miliardi di rupie, quasi 124 milioni di euro. La cessazione delle attività coinvolgerà 15mila lavoratori che verranno riassegnati ad altre funzioni all’interno del gruppo. La riorganizzazione della società è solo al primo passo: sembra infatti che complessivamente le miniere in perdita siano 65, molte delle quali sotterranee, con circa 40 mila persone coinvolte, il 13 per cento circa del totale impiegato in Coal India.

 

In India, il solare è più conveniente del carbone

La crisi del carbone indiano è dovuta al crollo dei prezzi dell’energia. “Per la prima volta, in India, il solare è più conveniente del carbone e le implicazioni che questo comporta nella trasformazione dei mercati energetici globali sono profonde”, ha detto Tim Buckley, direttore dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (Ieefa), in un comunicato. I prezzi del carbone estratto dalle miniere – soprattutto da quelle sotterranee – sono elevati, sproporzionati se considerati alla luce dell’effettiva produzione: oltre 200 miniere sotterranee rendono solo il cinque per cento del carbone estratto. Parallelamente, i prezzi bassi del combustibile importato impediscono alla società di alzare i prezzi di quello locale e di colmare il gap. E così, a fronte di un crollo del 35 per dell’utile netto nell’ultimo esercizio fiscale, Coal India ha deciso di chiudere quelle miniere perennemente in sofferenza.

Entro il 2050, l’India potrebbe chiudere completamente con il carbone

“Le misure adottate dal governo indiano per migliorare l’efficienza energetica accoppiate ad ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile insieme al crollo del costo del solare hanno avuto un impatto sul già esistente, rendendo un numero crescente di centrali elettriche a carbone finanziariamente impraticabili”, ha osservato Buckley. Negli ultimi mesi, le tariffe solari in India hanno registrato una caduta libera tanto che una analisi pubblicata lo scorso febbraio dall’Energy and Resources Institute (Teri), un gruppo di ricerca con sede a Delhi, ha rilevato che se il costo delle energie rinnovabili continuerà a scendere alla stessa velocità attuale, l’India potrebbe eliminare gradualmente e completamente il carbone entro il 2050.

L’impegno del governo indiano per le rinnovabili

Nonostante l’India rimanga uno dei maggiori produttori di carbone – da cui ricava circa il 70 per cento della sua produzione elettrica –, gli sforzi del Paese per abbandonarlo sono concreti. A partire dal 2022, il governo indiano ha deciso di vietare la costruzione di nuove centrali a carbone: saranno completate quelle già avviate ma non ci sarà nessun nuovo progetto. Le risorse saranno impiegate per dare spazio a nuovi impianti eolici e solari. Allo stesso tempo, il Paese ha avviato interventi molto rilevanti nelle ferrovie – che entro pochi anni saranno alimentate esclusivamente a energia solare – e nelle infrastrutture per l’energia – costruendo nel sud del Paese, ad esempio, la più grande centrale solare fotovoltaica al mondo – per rendere sempre più puliti i trasporti e l’elettricità locale.

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