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L’obiettivo della ong olandese è ripulire dalla plastica i mille fiumi più inquinati al mondo entro la fine del 2025.
La maggior parte della plastica che si riversa negli oceani di tutto il mondo proviene dai fiumi, sono le arterie che dalla terra portano questi rifiuti al mare, dove poi si insinuano subdolamente nella catena alimentare. Per cercare di risolvere alla radice il problema, Ocean Cleanup, la ong olandese fondata da Boyan Slat, già impegnata nella lotta alla plastica negli oceani, ha realizzato un nuovo macchinario, proprio con l’obiettivo di pulire i fiumi dai rifiuti plastici. Si chiama Interceptor ed è stato presentato al pubblico lo scorso 26 ottobre.
“Per liberare veramente gli oceani della plastica, dobbiamo sia ripulire quella già presente che chiudere il rubinetto, evitando che altra plastica raggiunga gli oceani – ha affermato il giovane fondatore di Ocean Cleanup -. Per farlo combineremo la nostra tecnologia di pulizia dell’oceano con Interceptor, ora esistono le soluzioni per risolvere entrambi i lati dell’equazione”.
Il macchinario, il cui aspetto ricorda vagamente l’incrocio tra un catamarano e una chiatta di medie dimensioni, è in grado di raccogliere 50mila chili di rifiuti al giorno, raggiungendo anche i 100mila chili in condizioni ottimizzate. Interceptor è ancorato al letto del fiume e, come il suo “cugino” oceanico, sfrutta il flusso naturale del fiume per catturare la plastica che viene intercettata dalla sua barriera galleggiante e incanalata verso il nastro trasportatore al suo interno.
Qui i rifiuti vengono poi distribuiti automaticamente nei sei cassonetti presenti che, grazie a dei sensori, vengono riempiti equamente fino a raggiungere la piena capacità. Interceptor può immagazzinare fino a 50 m³ di rifiuti prima di dover essere svuotato. La macchina è progettata per funzionare in autonomia ed è alimentata al 100 per cento da energia solare.
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In base alle ricerche condotte, Ocean Cleanup stima che mille fiumi del mondo siano responsabili di circa l’80 per cento della spazzatura che viene immessa negli oceani, una quantità che oscilla tra 0,8 e 2,7 milioni di tonnellate l’anno. L’obiettivo della ong olandese, in collaborazione con governi e società private, è ripulire proprio i mille fiumi più inquinati del pianeta entro il 2025.
Ad oggi sono stati costruiti quattro Interceptor, due di questi sono già operativi con buoni risultati in Indonesia e Malesia. Un terzo è in procinto di essere installato nel Delta del Mekong, in Vietnam, mentre il quarto è destinato a ripulire le acque fluviali di Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. I prossimi paesi che potrebbero dotarsi di un Interceptor, ha dichiarato Ocean Cleanup, sono Tailandia e Stati Uniti.
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