![Leggera, semplice, compatta: cosa offre la nuova Dacia Spring, l’elettrica accessibile che ha conquistato l’Europa](https://cdn.lifegate.it/y3NZ_z_SwlfS-bRKc1RKRbUIIYw=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/daciaspringbeige-actioncetadipro.jpg, https://cdn.lifegate.it/aW38donedWm0TL4aVqdBwq3ZuFE=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/daciaspringbeige-actioncetadipro.jpg 2x)
Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
DS Automobiles rivela gli interni del futuro dei suoi veicoli con il manifesto M.I. 21, che illustra la visione del marchio per il prossimo decennio.
Immaginare il futuro dell’auto partendo (anche) dagli interni. DS Automobiles ha presentato il manifesto M.I. 21, uno strumento di ricerca che illustra la visione del marchio per il prossimo decennio. Elettrificazione, motorizzazioni sempre più performanti e nuove tecnologie sperimentate nelle gare di Formula E, ma non solo: le nuove architetture legate alle piattaforme elettriche, alle modalità di guida autonoma, all’arrivo dell’intelligenza artificiale e al desiderio dei clienti di vivere un’esperienza immersiva, hanno dato vita a una fase di profonda trasformazione storica degli interni automobilistici.
Il manifesto M.I. 21 si differenzia in maniera sostanziale da una concept car, perché incorpora alcune esigenze normative, industriali ed economiche per garantire una produzione più rapida. Come spiega Thierry Metroz, direttore del design di DS Automobiles, si tratta di “uno strumento di lavoro, un vero e proprio acceleratore che usiamo per riflettere sul futuro. Fisicamente, è un modello che normalmente deve rimanere segreto, perché incorpora molto del nostro futuro. Trattandosi di uno strumento di ricerca interno, i nostri team lo utilizzano per liberare la loro creatività integrando il fatto che la maggior parte degli elementi deve poter essere messa in produzione. Ed è qui che sta la grande differenza con una concept car che rimane a malapena, se non del tutto, in grado di essere prodotta”. Il fattore tempo è insomma fondamentale, perché “con un design 100 per cento digitale ci vogliono meno di sei mesi tra il primo schizzo e il modello finale: i manifesti cristallizzano i nostri pensieri su un prodotto futuro in questo momento e danno la tabella di marcia”.
Il manifesto permette di rappresentare su un oggetto la visione congiunta dei team di progettazione e di prodotto attorno a nuovi concetti, forme originali, evoluzioni tecniche, ergonomia ridisegnata e all’interfaccia tra uomo e macchina, oltre a esplorazioni a livello di colori, materiali e suoni affinché il tutto trovi uno sbocco concreto entro il prossimo decennio. È il caso della luce, un elemento fondamentale per il benessere all’interno dell’abitacolo: per la sua capacità di fornire leggerezza e portare una nuova dimensione ai materiali, fornirà un contributo importante all’esperienza sensoriale in auto. Fondamentale, inoltre, è un aumento dei volumi ispirato al mondo dell’arredamento: lo spazio interno dei veicoli verrà liberato, mettendo in mostra il cruscotto; al contempo aumenteranno le superfici vetrate e verrà ridisegnato il pavimento, senza tunnel o consolle centrali.
Anche il suono fa parte del viaggio, amplificando l’esperienza alla guida o scomparendo del tutto: nel manifesto tutto viene riunito in un elemento centrale dal design iconico, accompagnato da una particolare illuminazione. Lo spazio interno viene inoltre ridisegnato anche in ottica del rapporto tra uomo e macchina, attraverso soluzioni tecnologiche in grado di fornire le informazioni necessarie senza sacrificare la qualità e l’appeal sensoriale: con il manifesto M.I. 21 si sta testando una soluzione innovativa – controllata a voce o da un sistema remoto posizionato nel bracciolo centrale – attraverso la proiezione su una banda che diventa opaca quando è necessario visualizzare le informazioni, o trasparente per mettere in luce i materiali dell’auto. Importanti cambiamenti, conclude Thierry Metroz, “che il manifesto M.I. 21 illustra al meglio, fornendoci l’opportunità di condividere una visione unica dell’arte francese del viaggio”. Un’arte che si svela innanzitutto negli interni dell’abitacolo. Il futuro dell’auto parte anche da qui.
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