Nel primo mese di cessate il fuoco a Gaza l’esercito israeliano ha condotto bombardamenti per 25 giorni, uccidendo almeno 242 palestinesi.
Israele ha fatto una nuova strage di civili nel nord della Striscia di Gaza, mentre in Libano continua ad attaccare l’Unifil.
L’esercito di Israele ha compiuto l’ennesima serie di attacchi brutali nel nord della Striscia di Gaza. Prima sono stati colpiti cinque bambini che giocavano in stradam poi è stata la volta di una scuola usata come rifugio a Nuseirat, poi ancora di una tendopoli nell’area esterna dell’ospedale di al-Aqsa, infine di punto di distribuzione di cibo a Jabalia. Il bilancio è di decine di morti e feriti, mentre sul fronte nord di Israele continuano gli attacchi contro l’Unifil.
Il primo attacco israeliano del 13 ottobre è stato nel mezzo di una strada nel nord di Gaza. Un drone ha colpito una persona mentre camminava e l’esplosione ha ucciso anche cinque bambini che si trovavano lì a giocare. In serata una scarica di artigliera israeliana ha colpito una scuola usata come rifugio nel campo profughi di Nuseirat. L’attacco ha riguardato l’istituto di al-Mufti, dove si trovavano in centinaia, e ha ucciso almeno 22 persone, ferendone una cinquantina. Come ha sottoloneato l’Unrwa, la scuola era anche usata come centro di vaccinazione contro la poliomielite, malattia che nella Striscia di Gaza era stata debellata venti anni fa ma che è tornata negli ultimi mesi per effetto della devastazione causata dall’offensiva israeliana.
Nella notte un altro attacco israeliano ha compito una tendopoli presso l’ospedale di al-Aqsa, a Deir al Balah. Da qui sono arrivate immagini terribili, con persone divorate dalle fiamme e i loro rifugi provvisori andati distrutti. Il bilancio in questo caso è stato di quattro morti. Infine, nelle prime ore del 14 ottobre un nuovo attacco israeliano ha colpito un punto di distrubizione degli aiuti umanitari a Jabalia, con un bilancio di dieci morti e 30 feriti. Nel giro di 24 ore le vittime palestinesi degli attacchi israeliani sono state oltre 60.
Mentre l’esercito israeliano bombardava sul fronte sud, quello con la Striscia di Gaza, anche sul fronte nord, quello con il Libano, non è scesa la tensione. E lo scontro con l’Unifil, la missione di peacekeeping dell’Onu, si è acuito.
Dopo gli attacchi dei giorni precedenti, che avevano portato a condanne condivise da parte della comunità internazionale, anche nel corso del weekend l’esercito israeliano ha colpito le basi delle Nazioni Unite, causando almento 15 feriti. Questo è successo dopo che due carri armati hanno fatto irruzione in una delle basi della missione.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto ufficialmente all’Unifil di sgomberare l’area, un’escalation verbale parallela a quella militare che ha portato a nuove prese di posizione di condanna da parte dei leader internazionali. Perfino il presidente statunitense Joe Biden ha intimato a Israele di smettere di prendere di mira le basi e il personale dell’Unifil.
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