C’è voluta un’attesa di trent’anni, ma alla fine il governo italiano ha deciso di applicare una legge del 1990, la 185, che disciplina le importazioni, le esportazioni e il transito di materiali d’armamento. E lo ha fatto per bloccare una grande fornitura di bombe per aerei da combattimento, destinata all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti.
Ascoltando la società civile il Governo ha preso una decisione storica importante, in direzione di una risoluzione pacifica dei conflitti come quello in Yemen. Un mondo senza armi è un mondo più sicuro! L'emergenza da combattere ora è quella contro i cambiamenti climatici. https://t.co/9U0sNNHwxH
Il governo Renzi aveva accordato una fornitura di 20mila bombe
Si tratta di circa 20mila ordigni, facenti parte di una licenza che era stata approvata nel 2016 dall’allora governo guidato da Matteo Renzi. Una parte della fornitura è già stata consegnata, ma secondo la Rete italiana Pace e Disarmo, che da tempo aveva chiesto di vietare le esportazioni verso le due nazioni, con la nuova decisione sarà possibile non consegnare 12.700 bombe. La ragione è legata all’uso che la coalizione a guida saudita sta facendo di tali armamenti nello Yemen. Nazione devastata da una guerra atroce, che dura ormai da anni.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, consegnato al Consiglio di sicurezza nel 2017, i bombardamenti sullo Yemen potrebbero essere considerate crimini di guerra. Aggiungendo che tra gli ordigni ritrovati dai ricercatori sul territorio figuravano anche bombe prodotte dall’azienda Rwm Italia. Inoltre, un anno dopo, l’associazione umanitaria Amnesty International aveva denunciato la presenza di prigioni segrete nel sud dello Yemen, parlando di “flagranti violazioni dei diritti umani”.
"Una decisione che pone fine – una volta per tutte – alla possibilità che migliaia di ordigni fabbricati in #Italia possano colpire strutture civili, causare vittime tra la popolazione o contribuire a peggiorare la grave situazione umanitaria in #Yemen" https://t.co/DtWtLQVPIw
“Decisione storica. Ora l’Italia è più autorevole nella richiesta di fermare la guerra”
Le organizzazioni che si sono battute per ottenere tale risultato – tra le quali figurano la stessa Amnesty, Oxfam, Save the children e la Fondazione finanza etica – hanno accolto con soddisfazione una “decisione storica che pone fine, una volta per tutte, alla possibilità che migliaia di ordigni fabbricati in Italia possano colpire strutture civili, causare vittime tra la popolazione o possano contribuire a peggiorare la già grave situazione umanitaria nel paese. Un atto che, soprattutto, permette all’Italia di essere più autorevole sul piano diplomatico nella richiesta di una soluzione politica al conflitto”. Il governo ha infatti disposto uno stop definitivo e non una semplice sospensione della licenza.
Un’insegnante è stata licenziata per aver fatto leggere in classe la versione illustrata del diario di Anna Frank, l’adolescente ebrea perseguitata dai nazisti che è uno dei simboli dell’Olocausto.
Si apre la settimana in cui scopriremo i vincitori del premio Nobel 2023. A Katalin Karikó e Drew Weissman è andato il premio per la medicina per le loro scoperte nella lotta al Covid-19.
In Brasile, il Senato approva la proposta di legge sul marco temporal, la stessa tesi anti-indigeni bocciata dalla Corte suprema appena una settima prima.
Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro è ricoverato nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove le sue condizioni di salute stanno peggiorando.