Il Kansas continua a garantire il diritto all’aborto

I cittadini del Kansas hanno votato per mantenere il diritto all’aborto nello stato americano. Una grande vittoria dei movimenti per i diritti.

Il diritto all’aborto continua a essere garantito in Kansas, stato degli Stati Uniti. I cittadini hanno deciso attraverso un referendum di mantenere il diritto all’interruzione di gravidanza nella costituzione dello stato americano. Il risultato del voto è una grande vittoria per i movimenti pro-choice (a favore della libertà di scelta) e femministi, in uno stato tradizionalmente conservatore e ancor di più dopo che la Corte suprema degli Stati Uniti aveva ribaltato la sentenza Roe v Wade il 24 giugno scorso, facendo venire meno questo diritto a livello federale.

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Il referendum in Kansas proponeva un emendamento alla costituzione statale per togliere il diritto all’aborto © Kyle Rivas/Getty Images

Il referendum sull’aborto in Kansas

“Gli elettori del Kansas hanno parlato, forte e chiaro: non tollereremo divieti estremi sull’aborto”. Il referendum si è tenuto il 2 agosto e proponeva un emendamento alla costituzione statale che avrebbe negato il diritto all’aborto, aprendo quindi la strada a restrizioni o addirittura divieti. Ma i cittadini hanno nettamente votato “no” a questa modifica, con il 59 per cento dei voti contro il 41 per cento. Al momento in Kansas l’aborto è legale fino alle 22 settimane di gravidanza, e così rimarrà.

La vittoria del no era inattesa, in quanto il Kansas è da sempre uno stato di stampo conservatore (la maggioranza degli elettori ha votato Donald Trump nel 2016) e in cui le i movimenti pro-vita – quindi contro il diritto all’aborto – sono forti e radicati. Per questo referendum sono state fatte persino campagne porta a porta per sostenere l’emendamento. “Votare sì non significa vietare l’aborto, ma permettere ai legislatori di determinarne il raggio”, ha detto una sostenitrice del sì. Ma come ha ricordato il quotidiano New York Times, se avesse vinto il sì il problema non sarebbe stato se i repubblicani avrebbero proposto restrizioni o meno, ma quanto grandi queste restrizioni sarebbero state. Molti temevano infatti un quasi totale divieto nel giro di pochi mesi.

La vittoria per mantenere il diritto all’aborto in Kansas era inattesa, perché lo stato è tradizionalmente conservatore © Kyle Rivas/Getty Images

L’aborto negli Stati Uniti

Il referendum in Kansas è stato il primo “test” sull’aborto dopo il ribaltamento della sentenza Roe v Wade che garantiva il diritto a livello federale da parte della Corte suprema. Molti stati si erano detti pronti a restringere l’accesso alla pratica, se non totalmente vietarla. Ma, in questo caso, il Kansas ha mandato un segnale molto forte, dal basso.

Il Kansas da decenni è un “porto sicuro” per la pratica dell’aborto: già da prima della decisione della Corte suprema, metà degli aborti eseguiti nello stato erano di donne non residenti. In questo senso va anche l’ordine esecutivo firmato dal presidente Joe Biden per ampliare la copertura assicurativa per tutte quelle pazienti che viaggiano fuori dal proprio stato per la salute riproduttiva.

Vietare l’aborto, infatti, non significa che questa pratica non venga effettuata. Le persone che vivono in stati dove è illegale si spostano in un altro stato, se possono permetterselo. In caso contrario troveranno comunque il modo, mettendo però a rischio la propria vita. Per questo vietare l’aborto è anche discriminatorio: colpisce in maniera più dura le fasce più povere della popolazione.

Il diritto a scegliere del proprio corpo è un diritto di ogni donna, non dei governi.

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