Il governo del Kenya ha raddoppiato le tasse sulla benzina e imposto nuovi prelievi per finanziare il debito.
Il leader di opposizione Raila Odinga ha chiamato la popolazione in piazza e ci sono stati scontri in diverse città.
La polizia ha represso con la violenza le proteste. 53 bambini in una scuola sono stati intossicati coi gas lacrimogeni.
In alcune città del Kenya sono scoppiate violente proteste a causa di un nuovo progetto di legge che aumenta le tasse. L’alta inflazione nel paese sta mettendo in difficoltà le famiglie e ora il governo ha annunciato una nuova misura che raddoppia la tassazione su alcuni beni come la benzina. Il leader di opposizione Raila Odinga ha chiesto alla popolazione di far sentire la propria voce e la polizia ha represso con la violenza le proteste, sparando gas lacrimogeni anche contro bambini. Il primo bilancio è di sei morti.
Il Kenya a rischio default
Il Kenya sta attraversando un periodo di grosse difficoltà economiche. Il paese deve far fronte a un indebitamento crescente e questo debito e i suoi interessi si fanno sentire in modo sempre più duro sulle casse statali. Come ha affermatoDavid Ndii, capo consigliere economico del presidente William Ruto, i pagamenti annuali degli interessi sul debito interno hanno raggiunto i 5,09 miliardi di dollari nel 2023, contro i 1,34 miliardi di un decennio fa.
Il Kenya rischia di andare in default e per questo motivo il governo sta cercando nuove risorse, attingendo in primis da una popolazione già messa in ginocchio negli ultimi tempi da fattori come la pandemia o l’inflazione galoppante. L’ultimo progetto di legge riguarda l’imposizione di nuove tasse su alcuni beni come la benzina, oltre che un prelievo dell’1,5 per cento sul reddito per finanziare alloggi a prezzi accessibili. Per quanto riguarda la benzina, in particolare, la tassazione è raddoppiata, passando dall’8 per cento al 16 per cento. E questi problemi di carovita non sono stati presi bene dalla popolazione, né dall’opposizione guidata da Raila Odinga, sconfitto alle elezioni del 2022.
— National Independent (@NationalIndNews) July 12, 2023
Già nel corso della primavera ci sono state proteste di piazza nel paese, che poi sono rientrate anche perché sono stati aperti negoziati tra il governo e l’opposizione. L’Alta Corte del Kenya peraltro ha sospeso l’implementazione della legge per una serie di dispute legali, ma il governo è comunque andato avanti per la sua strada riguardo ai prezzi della benzina. E questo ha fatto riesplodere le proteste.
Le violente proteste
Il leader dell’opposizione Raila Odinga ha chiamato la popolazione in piazza per far sentire la propria voce contro il problema carovita. A inizio luglio ci sono state le prime proteste, poi mercoledì 12 luglio la sollevazione popolare si è estesa a diverse città del Kenya.
I manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia, incendiato pneumatici in strada e assaltato attività commerciali. Gli agenti hanno risposto in modo brutale, sparando ad altezza d’uomo e lanciando lacrimogeni senza filtri. 53 bambini sono stati intossicati dai gas della polizia mentre si trovavano nella loro scuola a Kangemi, nei sobborghi di Nairobi, e sono finiti in ospedale. Un ufficiale di polizia ha rivelato che nel corso degli scontri sono stati uccisi almeno sei manifestanti: tre nella città di Mlolongo, due a Kitengela e uno a Emali. Almeno altre dieci persone si trovano ricoverate in ospedale.
Per le prossime ore sono previste nuove proteste e il rischio per il Kenya è di sprofondare in un caos non più solo economico, ma anche sociale.
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