La corruzione ostacola la ripresa economica in Italia

Bankitalia, Credit Suisse, Ernst & Young: senza la corruzione diffusa a tutti i livelli, l’Italia avrebbe già agganciato il treno della ripresa.

Senza la corruzione diffusa a tutti i livelli, probabilmente l’Italia avrebbe già agganciato da tempo il treno della ripresa internazionale. Non lo dice soltanto la Banca d’Italia, che nei mesi scorsi ha organizzato un convegno sul tema, con il governatore Ignazio Visco che ha sottolineato come la corruzione, assieme ad altri fenomeni di legalità diffusa, “condizioni pesantemente la crescita economica”.

 

Lo sostengono anche Credit Suisse, che sull’Italia aveva parlato della corruzione come di uno dei principali freni alla ripresa, e di recente un sondaggio realizzato da Ernst & Young su un campione di 2.700 manager che lavorano in 59 Paesi.

 

L’indagine, intitolata Overcoming compliance fatigue: reinforcing the commitment to ethical growth, rivela che sette intervistati su dieci  su dieci ritengono in crescita i livelli di frode, corruzione e concussione. Un fenomeno che incide nelle scelte di localizzazione del business non solo da parte delle multinazionali, ma di tutte le realtà internazionalizzate.

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