
Se tra i buoni propositi di settembre c’è quello di creare il vostro orto sul balcone ecco i consigli su come organizzarlo e su cosa coltivare.
Quando si inizia a coltivare un orto biologico bisogna prendere alcuni accorgimenti per effettuare le operazioni di semina e trapianto. E seguire un piano di coltivazione ben preciso.
Anche in un paese piccolo come l’Italia le differenze di latitudine e altitudine si fanno sentire e non permettono di coltivare le piante nello stesso periodo in zone diverse. Anche se talvolta le condizioni cambiano addirittura all’interno della stessa valle per la diversa esposizione, non lasciatevi scoraggiare, provate a seguire il calendario delle semine e dei trapianti e nel frattempo chiacchierate con i vostri vicini per scoprire i segreti della vostra zona e attrezzarvi nel mondo giusto.
Innanzitutto per seminare bisogna avere dei piani di coltivazione. Una volta chiarite le idee, si può procedere con l’acquisto di semi che devono essere: non ibridi, in modo da poterli conservare e comprarli una volta sola; non conciati, ovvero liberi da sostanze chimiche che li proteggono dalle muffe (non sono necessarie, soprattutto per un orto domestico); di molte varietà diverse, possibilmente anche tipiche della zona, in modo da coltivare un piccolo orto (o balcone) biodiverso.
La semina in semenzaio è spesso preferibile a quella in pieno campo perché permette di gestire al meglio i semi molto piccoli, di prendersi maggiore cura delle specie che si sviluppano lentamente nella prima fase di crescita, di sfruttare meno le risorse idriche e di fertilità del terreno, di controllare più facilmente le infestanti, di selezionare le piante sane e robuste e di utilizzare il suolo per altre colture, come il sovescio, mentre le piantine sono in semenzaio.
Per costruire un semenzaio è sufficiente avere a disposizione semi, terreno, acqua e alcuni contenitori di recupero come piccoli vasetti, scatoline di cartone, bicchierini.
Questi contenitori devono essere bucherellati sul fondo e sui lati. Una volta riempiti di terra (è preferibile il terriccio da fiori) devono essere tenuti costantemente umidi (attenzione però a non inzuppare troppo il terriccio in quanto il seme può marcire), in un posto riparato dalla luce diretta e dal freddo. In questa fase per evitare la veloce evaporazione acquea del terreno potete adagiare sopra i vasetti seminati del “tessuto non tessuto”, e impiegare uno spruzzino per bagnare il terreno.
Prima di tutto bagnare abbondantemente il terreno per far germinare i semi della flora infestante (attendere dai 3 ai 5 giorni e successivamente rimuovere superficialmente il terreno; tecnica conosciuta come falsa semina) , quindi procedere alla semina diretta con l’accortezza di non anticipare troppo la semina in primavera per non rischiare di scontrarsi con le basse temperature, di non usare densità colturali troppo fitte, ma considerare lo sviluppo futuro della pianta e di non seminare troppo in profondità (normalmente la profondità da adottare è da 1 a 3 volte la dimensione del seme).
Ad avvenuta germinazione del seme, spuntano dal suolo le prime due foglioline “false”, i cotiledoni. Il momento giusto per trapiantare arriva nel momento in cui compaiono le prime 3-5 foglie vere.
Per facilitare l’acclimatamento della pianta nel passaggio dal semenzaio alla terra, è consigliabile lasciarla all’aperto per qualche giorno prima del trapianto. Nel frattempo bagnare abbondantemente il terreno per far germinare i semi della flora infestante in modo da rimuoverla, quindi procedere al trapianto. Per effettuare questa operazione il pane di terra deve essere già umido e il colletto della pianta deve essere a livello del piano di campagna. Quindi coprire di terra e comprimere delicatamente, se possibile pacciamare, ovvero coprire il terreno circostante con foglie o paglia per evitare la crescita di erbe infestanti e tenere umido il suolo. Infine, annaffiare a pioggia, con cautela evitando di bagnare le foglie, in quanto possibile causa di malattie funginee.
È consigliabile svolgere tutte le operazioni di trapianto verso sera, ai fini di evitare alla giovane pianta un forte stress da insolazione; in questo modo ha invece tutta la notte per acclimatarsi.
Per affacciarsi su un mondo affascinante, fatto di attenzione e cura verso il mondo che ci circonda, ci si può spingere alla consultazione di un calendario di coltivazione biodinamico, basato sulle influenze del cosmo sugli esseri viventi. D’altronde, se la luna influisce sulle maree, perché non pensare che i corpi celesti possano influenzare lo sviluppo di una piccola pianta?
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