Lo scorso anno quasi 14 milioni di persone hanno visitato l’arcipelago delle Canarie. Troppi per i 2 milioni di abitanti.
Influenze arabe e persiane nella musica indiana
nel periodo di dominio islamico si sono innestate influenze arabe e persiane che hanno portato allo sviluppo della forma conosciuta come Hindustana.
Gli otto secoli di dominazione araba dell’India hanno lasciato
numerose tracce anche nelle forme artistiche come l’architettura e
la musica. Sull’arcaico stile musicale indiano indeuropeo, nel
corso del periodo di dominio islamico nella parte più a nord
del subcontinente si sono innestate influenze arabe e persiane che
hanno portato allo sviluppo della forma conosciuta come
Hindustana.
Nel sud dell’India si è sviluppato invece lo stile
Carnatico, un sistema molto antico probabilmente di origini
dravidiche. Pur essendo entrambe forme musicali che si basano su
ritmo e melodia (rag e tag) e che si esplicano nei sangit
(rappresentazioni di danza, canto e musica) esistono sostanziali
differenze tra i due stili. La più importante discordanza
tra le due forme musicali è quella degli strumenti
utilizzati.
Nel sangit Hindustano gli strumenti più caratteristici sono
il sitar e la tabla. Il sitar è lo strumento indiano
più conosciuto in occidente. Si tratta di uno strumento a
corde, solitamente 17, di gradi dimensioni che viene suonato
tenendolo coricato per terra. La tabla è costituita da due
tamburi di dimensioni diverse che sono utilizzati per scandire il
ritmo del sangit.
Lo stile meridionale Carnatico dà molta più enfasi
alla voce, considerandolo, di fatto, il primo e più
importante strumento del sangit, che viene accompagnata dalla vina,
uno strumento a corde che si suona imbracciandolo, dal venu, un
flauto a otto fori, e dal violino. Il violino, del tutto analogo a
quello occidentale, viene però bloccato tra la pianta del
piede e il tronco dell’esecutore, che lo utilizza seduto al suolo,
e le tecniche impiegate dai maestri indiani riescono a far
riprodurre sonorità molto diverse da quelle occidentali. Per
suonare strumenti come il sitar occorrono decenni di pratiche e
studi incessanti, ma i maestri di entrambi gli stili, grazie alla
dedizione costante con cui si esercitano, raggiungono livelli di
esecuzione eccelsi.
Daniele Cerra
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