Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
L’Europa non finanzierà più la corrida
Il Parlamento europeo ha deciso di eliminare i fondi destinati agli allevamenti di tori per la corrida.
Purghe e droghe, colpi sui reni con sacchi di sabbia, limatura delle corna per amplificarne la sensibilità al dolore, trementina sulle zampe, vasellina negli occhi e sulle mucose del naso, spilli infilzati nei testicoli.
Queste sono solo alcune delle torture cui vengono sottoposti i tori prima di entrare nell’arena per partecipare a quello che viene definito uno “spettacolo folkloristico e di interesse culturale”, la corrida.
Fino ad oggi queste torture, inflitte ad animali erbivori dall’indole gentile e mansueta, venivano finanziate con i contributi dei cittadini europei. Ogni anno infatti la Comunità Europea, nell’ambito delle politiche agricole, stanziava ben 129,6 milioni di euro per finanziare gli allevamenti di tori da corrida in Spagna, Francia e Portogallo.
Mercoledì 28 ottobre, finalmente, è arrivata la svolta. Con 438 voti a favore e 199 contrari, il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che cancella i sussidi per gli allevatori di tori da combattimento.
La decisione è arrivata dopo anni di proteste, nel 2013 l’associazione Animalisti Italiani Onlus aveva presentato una campagna contro le corride e lo spreco di denaro pubblico europeo, evidenziando come fondi che dovrebbero andare al sostegno dell’agricoltura, contribuiscono alla tortura ed uccisione di almeno 40mila tori l’anno.
Lo scorso anno un simile emendamento era stato bocciato a causa della mancanza del quorum necessario, i 58 parlamentari astenuti hanno permesso l’approvazione dei finanziamenti. Nonostante l’interruzione dei finanziamenti lo stato spagnolo continua a rivendicare il valore culturale tradizionale della corrida. È dunque probabile che sopperirà alla mancanza dei fondi europei con propri stanziamenti.
I numeri però indicano l’inesorabile declino di questa barbarie, il 72 per cento degli spagnoli sarebbe infatti favorevole all’abolizione delle corride, “spettacoli” che si reggono ormai esclusivamente sui turisti.
La strada è ancora lunga, escluse le corride sono numerose e radicate le sagre in tutta Europa che prevedono lo sfruttamento di varie specie animali, ma il cambiamento è in atto e un giorno non avremo più bisogno di infliggere dolore e morte per divertirci.
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