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Il governo della Turchia ha bloccato l’accesso a Twitter in seguito alle manifestazioni contro il primo ministro Recep Tayyip Erdogan cominciate a ridosso delle elezioni amministrative, primo banco di prova per le presidenziali di agosto. Il 20 marzo Erdogan aveva addirittura detto che il suo scopo è “estirpare” Twitter dalla Turchia: “Non mi interessa
Il governo della Turchia ha bloccato l’accesso a Twitter in seguito alle manifestazioni contro il primo ministro Recep Tayyip Erdogan cominciate a ridosso delle elezioni amministrative, primo banco di prova per le presidenziali di agosto.
Il 20 marzo Erdogan aveva addirittura detto che il suo scopo è “estirpare” Twitter dalla Turchia: “Non mi interessa cosa dice la comunità internazionale, è contro la sicurezza nazionale”. Da quel giorno un turco che decide di iscriversi a Twitter si trova davanti a una schermata con questa frase: “Il sito è stato bloccato per garantire la vostra sicurezza”, anche se lo staff del social network con sede a San Francisco ha reso note alcune istruzioni su come twittare lo stesso (ad esempio via sms).
Il 25 marzo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhcr) ha diffuso una nota in cui viene espressa preoccupazione per la decisione turca di bloccare l’accesso dei cittadini a Twitter facendo notare che va contro gli impegni del paese in difesa dei diritti umani fondamentali, come garantire la libertà d’espressione online. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, infatti, ha stabilito nel novembre del 2013 che le persone godono degli stessi diritti in tema di libertà d’espressione sia online che “offline”, cioè nella vita reale.
#BREAKING: Turkish court orders lifting of Twitter ban: media
— Agence France-Presse (@AFP) 26 Marzo 2014
Secondo un’agenzia di Afp, questa mattina un tribunale di Ankara ha revocato il blocco di Twitter messo in atto dal ministro delle Telecomunicazioni. Lo affermano i media turchi.
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