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Mohandas Karamchad Gandhi è conosciuto con il nome di Mahatma, che significa grande gnima. Ecco la storia di chi ha inventato un nuovo modo di lottare.
Gandhi significa droghiere: la sua famiglia, prima di ricoprire cariche importanti, aveva esercitato nelle prime generazioni l’attività di commercianti di spezie. Era di religione Vaishnava, una setta hindu con particolare devozione per Vishnu (anche Visnù).
Mohandas Karamchand Gandhi nasce il 2 ottobre 1869 a Porbandar, una città dell’India occidentale. Per i primi venti anni della sua esistenza non si comporta diversamente da quello che avrebbe fatto un rampollo di buona famiglia quale egli era: High School e College a Mumbai, per poi imbarcarsi per Londra allo scopo di ottenere l’abilitazione alla professione legale.
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Dopo essere tornato in India, si reca per affari in Sudafrica, dove, per la prima volta, viene in contatto con la schiavitù in cui sono tenute le persone che non sono di etnia caucasica: viene allontanato da un treno e non gli è possibile affittare una camera. A causa delle umiliazioni subite avviene la svolta: nel 1894, all’età di 24 anni fonda il Natal Indian Congress, un’associazione per la difesa degli interessi indiani nell’Unione sudafricana.
Dalla lettura dei vari testi religiosi, egli deduce che la rinuncia è la più alta forma di religiosità, infatti a 37 anni decise di prendere voto di castità, d’accordo con la moglie ma contro la sua religione. Nello stesso periodo inizia quella che verrà poi identificata come la sua attività distintiva: il digiuno, come mezzo di purificazione e di autodominio. Con queste pratiche di purificazione si inaugura la satyagraha, la forza della verità che possiede l’unica arma la non violenza, l’arma dei deboli secondo alcuni, ma egli soleva dire: “La non violenza è fatta di materia solida, è l’arma dei cuori più forti.”
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Fu arrestato diverse volte, la prima per aver invitato alla disobbedienza civile, nel settembre 1906, tutti gli asiatici che la polizia aveva proposto di schedare, venne rinchiuso per sette anni, altri due dal 1921 al 1923, sempre per aver fomentato la ribellione civile e un’altra volta, per un anno, nel 1930 per aver simbolicamente prodotto alcuni grammi di sale per protestare contro il monopolio.
Impegnato nelle forze di pace in entrambe le guerre mondiali si oppose alla divisione tra India e Pakistan, predicava la convivenza fra le principali comunità religiose indiane (induisti e musulmani), per questo fu ucciso da un fanatico hindu all’età di 78 anni, il 30 gennaio 1948.
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