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Se Michelle Obama avesse fatto questo discorso prima della convention repubblicana, Melania Trump lo avrebbe ripreso? Ecco cosa ha detto la first lady a Filadelfia per sostenere Hillary Clinton.
Dopo l’incoronazione di Donald Trump come candidato repubblicano alla convention di Cleveland, in Ohio, tutti i riflettori sono ora puntati su Hillary Clinton e sulla convention democratica di Filadelfia, in Pennsylvania. La sua nomina arriva dopo un confronto serrato con l’altro candidato democratico Bernie Sanders. Un discorso di sostegno davvero emozionante e sentito è stato pronunciato dalla first lady Michelle Obama. La moglie dell’attuale presidente Barack Obama ha chiesto a tutti gli americani di votare per Hillary Clinton perché l’unica “davvero qualificata” per diventare presidente degli Stati Uniti, il prossimo 8 novembre. Inoltre è riuscita a smontare l’approccio diseducativo e arrogante di Trump senza nemmeno citarlo. Ecco parte del discorso di Michelle Obama tradotto in italiano:
Incredible speech by an incredible woman. Couldn’t be more proud & our country has been blessed to have her as FLOTUS. I love you, Michelle.
— President Obama (@POTUS) 26 luglio 2016
Qualsiasi cosa diciamo e facciamo, sappiamo che i nostri figli ci osservano. E come genitori siamo il loro modello più importante.
Io e Barack abbiamo lo stesso approccio nel lavoro come first lady e presidente, perché sappiamo che le nostre parole e le nostre azioni contano, non solo per le nostre figlie ma per tutti i bambini di questo paese.
E questo novembre, quando andremo a votare, decideremo proprio questo. Non è una questione di democratici o repubblicani, destra o sinistra. Alle prossime elezioni, e in ogni elezione, scegliamo chi avrà il potere di influenzare i nostri figli per i prossimi quattro o otto anni della loro vita. E in queste elezioni c’è solo una persona che ha la mia fiducia per questa responsabilità, solo una persona che credo sia davvero qualificata per diventare presidente degli Stati Uniti, ed è Hillary Clinton.
Quando penso a che tipo di presidente vorrei per le mie figlie e per tutti i bambini americani […] penso a qualcuno che conosca questo lavoro e lo prenda seriamente. Qualcuno che capisca che i problemi del nostro paese non sono o bianco o nero, e non si possono ridurre a 140 caratteri. Perché quando si hanno i codici per sbloccale le armi nucleari a portata di mano e l’esercito risponde al tuo comando, non si possono prendere decisioni affrettate. Non si può essere permalosi o avere una tendenza ad aggredire verbalmente gli altri. Bisogna essere posati, misurati e ben informati.
Vorrei un presidente che insegni ai nostri figli che ogni persona di questo paese vale. Che nei momenti di crisi non ci diamo contro, ma ci ascoltiamo a vicenda. Ci sosteniamo. Perché insieme siamo sempre più forti.
Hillary ha capito che la presidenza ha un solo obiettivo: un lascito migliore per i nostri figli. Ed è grazie a questo che abbiamo sempre fatto progredire il nostro paese, unendo le forze in nome dei nostri figli. […] Eroi di ogni colore e religione che indossano uniformi e rischiano le proprie vite per la libertà, i poliziotti e i manifestanti a Dallas vogliono proteggere i nostri figli, le persone che hanno fatto la fila a Orlando per donare il sangue perché in quel locale ci sarebbero potuti essere i loro figli o le loro figlie.
“Because of Hillary Clinton, my daughters…can take it for granted that a woman can be president.” —@FLOTUS pic.twitter.com/bCezjrX9W5
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) 26 luglio 2016
Questa è la storia del nostro paese. La storia che mi ha portato qui stasera. La storia di generazioni che hanno subìto la schiavitù, la vergogna della servitù, il dolore della segregazione, ma che hanno continuato a lottare, a sperare, e a fare quello che doveva essere fatto. Ogni giorno mi sveglio in una casa che è stata costruita dagli schiavi. E guardo le mie figlie – due donne nere, bellissime e intelligenti – che giocano con il cane nel prato della Casa Bianca. E grazie a Hillary Clinton, le mie figlie oggi danno per scontato che una donna possa diventare presidente degli Stati Uniti.
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