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Il sindaco di Milano Beppe Sala scrive al primo ministro: “Non lasciare i comuni da soli nell’accoglienza ai migranti”. Renzi risponde da New York.
Giuseppe Sala chiama da Milano, Matteo Renzi risponde da New York. Ma, a detta di entrambi, è l’Europa che continua a rimanere muta sul tema dei migranti. Dal Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, il presidente del Consiglio italiano ha risposto a una lettera aperta che il sindaco di Milano gli aveva inviato tramite le pagine del quotidiano la Repubblica: bisogna cambiare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), allargare la platea dei comuni in grado di accogliere i migranti in arrivo dall’Africa, e discutere di un vero patto sull’immigrazione. Lo Sprar, in particolare, costituisce una rete di centri di seconda accoglienza destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale finalizzato, non tanto all’assistenza immediata delle persone che arrivano sul territorio italiano, quanto all’integrazione sociale ed economica ed è considerato il fiore all’occhiello dell’accoglienza italiana.
Sala, partendo dalla situazione della sua città, aveva scritto a Renzi che “Milano sta facendo tutto il possibile. Negli ultimi tre anni abbiamo accolto oltre 100mila profughi. Ma è necessario che il governo operi perché tutto questo non continui a pesare come un macigno sulle spalle della città. Abbiamo bisogno di una politica di integrazione seria, pianificata e dotata dei mezzi finanziari adeguati”. Per esempio “la questione non può riguardare solo i non molti comuni che se ne occupano, ma che il governo, soprattutto un governo di sinistra, deve provvedere a una nuova e efficace politica di integrazione”. Due i suggerimenti precisi: “Il governo deve valutare se dare vita ad un unico soggetto che si occupi di immigrazione e accoglienza mettendo insieme i diversi tasselli del mosaico: lo Sprar, il rapporto con i comuni, la circolazione di buone pratiche, l’uso di caserme e così via. Bisogna poi costruire un nuovo e reale sistema di integrazione. Si tratta di proporre un nuovo patto a chi arriva: noi faremo tutto quello che serve a darvi una mano, voi mostratevi disponibili da subito ad aiutarci dove serve, mettendovi a disposizione di programmi per conoscere le nostre leggi e la nostra lingua”.
Renzi, che a New York è giunto anche per un vertice dell’Onu proprio sull’immigrazione, e che è reduce dal meeting di Bratislava con i leader francesi e tedeschi François Hollande e Angela Merkel sullo stessa tema, ha risposto al sindaco di Milano: “Il suo intervento è uno stimolo, abbiamo già parlato di trovare un meccanismo diverso. È vero che i comuni che accolgono sono solo il 10 per cento e anche il sistema Sprar può essere ridiscusso”. Renzi tiene a sottolineare però che “in questo momento l’emergenza non c’è, la vera questione da affrontare è bloccare i flussi per il 2017. Il dialogo che rimane bloccato è pero quello con l’Unione europea: a Bratislava Renzi ha polemizzato fortemente con Francia e Germania, colpevoli di immobilismo sul tema, e lo ha ribadito anche all’Onu: “Se l’Europa continua così, noi dovremo organizzarci in modo autonomo sull’immigrazione”.
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