L’agenzia americana Noaa ha indicato la presenza di un fenomeno di sbiancamento diffuso delle barriere coralline, in tutti gli oceani del mondo.
Piogge e inondazioni uccidono 270 persone in Asia meridionale
Il bilancio, ancora provvisorio, del monsone che sta colpendo l’Asia è di 270 morti. Gravissimi anche i danni materiali.
È pesantissimo il bilancio in termini di vite umane perse a causa del monsone che si è abbattuto su quattro nazioni in Asia meridionale: India, Bangladesh, Pakistan e Nepal. Secondo quanto riferito dalla stampa internazionale – che cita i dati diffusi dalle autorità locali – il numero di morti è di almeno 270.
In India, in particolare, le vittime sono circa un centinaio. Le piogge torrenziali hanno provocato gravi inondazioni, che hanno colpito differenti aree nel nord del paese. Sono soprattutto gli stati del Bihar e di Assam ad aver patito le conseguenze peggiori: in alcuni casi la furia dell’acqua ha provocato anche il crollo di edifici.
4,5 milioni di persone costrette a fuggire in Asia meridionale
L’agenzia Afp riferisce che 4,5 milioni di indiani hanno dovuto abbandonare le loro terre. In alcune aree la popolazione lamenta anche la mancanza di cibo: quello garantito dai soccorsi non sarebbe sufficiente, soprattutto per sfamare i bambini. “Tutto è sommerso dall’acqua da quindici giorni ormai. I danni materiali sono giganteschi, tutto è stato distrutto, compreso il bestiame”, ha raccontato un abitante dello stato di Assam.
Eleven soldiers were among a dozen bodies recovered from the debris of a three-story building that collapsed after monsoon rains hit a hilly area of northern India on Sunday evening. pic.twitter.com/6WjfT1VHH5
— The Voice of America (@VOANews) July 15, 2019
Il governo ha inviato sul posto l’esercito per sostenere la popolazione, mentre le guardie forestali si stanno occupando di aiutare gli animali in pericolo nel parco naturale di Kaziranga.
Millions displaced as monsoon floods hit India, Nepal and Bangladesh https://t.co/VeBkLcYTZl pic.twitter.com/W9BJrdhGwT
— TIME (@TIME) July 16, 2019
In Bangladesh, circa un terzo del territorio risulta inondato. L’ultimo bilancio delle autorità, che risale a mercoledì, parla di 59 morti, di cui dieci nel gigantesco campo abitato dai profughi di etnia rohingya. C’è chi ha parlato anche di bambini trascinati via dall’acqua mentre tentavano di attraversare zone sommerse.
Le previsioni indicano che il monsone non si placherà
In Nepal, il monsone e le inondazioni conseguenti hanno ucciso almeno 83 persone. Le famiglie costrette a fuggire sono invece circa 17mila. Un portavoce del ministero degli Interni ha tuttavia spiegato che le acque cominciano a ritirarsi e qualcuno tra gli sfollati sta cominciando a tornare a casa. In Pakistan, infine, sono 30 i morti, di cui sette della stessa famiglia, colpita da crollo del tetto della loro casa nei pressi della città di Lahore.
Millions of residents across India, Nepal, Bangladesh and Pakistan, have been affected by torrential monsoon rains. pic.twitter.com/UgD0h66k1k
— DW News (@dwnews) July 19, 2019
Le previsioni meteorologiche, inoltre, indicano che le piogge continueranno ancora, soprattutto in alcune aree dell’Asia del sud.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il nuovo rapporto Copernicus-Omm illustra lo stato del clima in Europa. I dati relativi al 2023 sono inquietanti, ma crescono le rinnovabili.
I paesi del Golfo colpiti da un evento meteorologico estremo. Dubai sommersa, almeno 18 morti nell’Oman, disagi anche in Qatar e Bahrein.
Il comune di Cantiano è stato travolto dalle alluvioni nelle Marche del 2022. Dopo un anno e mezzo, ne paga ancora le conseguenze. Ne parliamo col sindaco.
Diritto alla vita è anche protezione dalla crisi climatica, lo ha stabilito la Corte suprema indiana
La Corte suprema indiana ha aggiornato e allargato il concetto di diritto alla vita, includendovi quello a difendersi dagli impatti della crisi climatica.
Quello di quest’anno è il mese di marzo più caldo mai registrato, ben 1,68 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali. I dati del servizio Copernicus.
La Corte europea dei diritti dell’uomo si esprime il 9 aprile su tre cause per spingere i governi ad agire per la giustizia climatica.
Arriva una proposta di legge sul clima, condivisa dagli scienziati, che spinga l’Italia verso la decarbonizzazione. Passando anche da un nuovo fisco.
Uno studio ha analizzato le ondate di caldo estremo tra il 1979 e il 2020: i fenomeni sono più duraturi e si spostano più lentamente.