È morto lo scrittore Andrea Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri, celebre per i romanzi del commissario Montalbano, si è spento a Roma. Aveva 93 anni.

È morto poco fa all’ospedale Santo Spirito di Roma lo scrittore Andrea Camilleri. L’autore di uno dei personaggi più celebri e di successo della letteratura italiana, il commissario Montalbano, era stato ricoverato presso il nosocomio della capitale nella giornata di lunedì 17 giugno, a seguito di un arresto cardiaco.

Era giunto in ospedale in condizioni critiche

Le condizioni del romanziere siciliano erano apparse immediatamente critiche. “Questa mattina lo scrittore Andrea Camilleri è stato trasportato dal sistema di emergenza medica 118 – aveva spiegato un dirigente dell’ospedale in un comunicato – al pronto soccorso dell’ospedale dalla sua abitazione. Il paziente è stato sottoposto a rianimazione con ripristino dell’attività cardio-circolatoria”. Lo scrittore, 93enne, era stato quindi posto “in assistenza ventilatoria meccanica e supporto farmacologico”. Tuttavia, riferisce un bollettino dell’ospedale, “le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”.

Andrea Camilleri
Lo scrittore Andrea Camilleri ospite della trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, nel 2008 © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Camilleri ha venuto 30 milioni di copie dei suoi libri

Come ricordato dall’agenzia Ansa, “Camilleri è diventato autore di bestseller a oltre 70 anni, con oltre 30 milioni di copie e titoli tradotti in tutto il mondo”. Il suo commissario Montalbano era apparso per la prima volta nel romanzo intitolato “La forma dell’acqua”, edito dalla casa palermitana Sellerio nel 1994, che pubblicherà successivamente l’intera opera.

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Nacque a Porto Empedocle il 6 settembre 1925. In quello stesso anno, a gennaio, nel suo discorso di inizio anno, il duce Benito Mussolini si assumeva la responsabilità politica, morale e storica dell’omicidio del socialista Giacomo Matteotti. Il giorno dopo, dispose la repressione totale di ogni sommossa. Era l’inizio della dittatura, alla quale Camilleri si opporrà strenuamente. Anche dopo la caduta del regime. Di recente aveva anche confermato il proprio impegno politico, schierandosi a fianco dei migranti e criticando le scelte del governo italiano in termini di sbarchi dalle navi delle organizzazioni non governative.

Dall’Accademia di Arte drammatica alla tv, fino al successo come romanziere

Frequentò per breve tempo un collegio vescovile, dal quale raccontò di essersi fatto cacciare lanciando uova contro un crocifisso. Quindi il liceo classico e poi la facoltà di Lettere a Palermo. Era il 1944, il mondo non era ancora uscito dalla Seconda guerra mondiale. Cinque anni dopo, riuscì ad entrare all’Accademia di Arte drammatica “Silvio D’amico” e di lì lanciò la sua carriera di autore e regista. Celebri in particolare gli adattamenti televisivi del Tenente Sheridan e del Commissario Maigret.

Nel 1957 sposò Rosetta Dello Siesto, dalla quale ebbe tre figlie: Andreina, Elisabetta e Mariolina. Per raggiungere il successo planetario che ha ottenuto, Camilleri dovrà però aspettare molti anni. Sarà il commissario Montalbano, protagonista della prolifica collana edita dalla Sellerio, a consacrarlo come un colonna portante della letteratura italiana. Quando uscì il primo romanzo – La forma dell’acqua – era il 1994 e lo scrittore aveva già 64 anni.

Dal 1999 in poi, la trasposizione televisiva dei suoi scritti, realizzata dalla Rai con l’attore Luca Zingaretti, ne ha sancito la definitiva consacrazione. Montalbano – il cui nome fu scelto da Camilleri per rendere omaggio allo scrittore spagnolo Manuel Vásquez Montalbán – diventerà un personaggio popolare in tutto il paese e non solo.

“Spero molto nelle giovani generazioni. Non disilludetemi!”

Parlando del suo commissario alla trasmissione di Rai Cultura “Terza Pagina”, in occasione dei 25 anni del primo libro, lo scrittore siciliano spiegava: “È come un parente al quale voglio molto bene. Ma allo stesso tempo è un personaggio scomodo. Capita nelle migliore famiglie di avere uno zio o un cugino al quale vogliamo bene ma che sono fastidiosi. Lo odio e lo amo”.

Legatissimo alla sua terra d’origine, Camilleri diceva di non avere paura di morire: “Mi rammarico soltanto di dover lasciare le persone che amo”. Che già non vedeva più da alcuni anni, dopo essere diventato cieco. “Le mie storie prendono forma al buio ormai – aveva spiegato alla trasmissione Rai “Che tempo che fa” -. Ma da quando non vedo, tutto mi è più chiaro. Vorrei morire sapendo che i miei figli, nipoti e pronipoti potranno vivere in un mondo di pace. Spero moltissimo nelle giovani generazioni. Non disilludetemi!”.

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