Il lupo è tornato in Salento, ed è una buona notizia

Un nuovo studio ha rilevato la presenza del lupo nella penisola salentina dopo oltre un secolo di assenza.

Pian piano il lupo (Canis lupus italicus) sta ritornando ad occupare i suoi antichi territori, da cui era stato eradicato a suon di proiettili ritenuto per decenni una specie nociva e ucciso con ogni mezzo. All’inizio degli anni Settanta esistevano in natura appena un centinaio di esemplari, distribuiti tra l’Abruzzo, la Sila e i Sibillini. A meno di mezzo secolo di distanza il lupo, animale estremamente adattabile, è tornato in molte aree della penisola, dalle foreste dell’Appennino alle Alpi occidentali. Tra queste aree si aggiunge ora il Salento, da cui la specie mancava da oltre cento anni, è quanto riportato da un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Biodiversity Journal.

Lupo in Italia
Secondo Legambiente dal 2013 sono morti per cause non naturali 115 lupi © Massimiliano Sticca

Il ritorno del lupo

Lo studio, condotto dai ricercatori Giacomo Marzano, Francesca Crispino, Michela Rugge e Giacomo Gervasio, si è basato sui dati raccolti grazie alle foto trappole in un periodo che va dal 2014 al 2017. I nuovi dati ampliano ulteriormente il raggio di distribuzione della specie, di circa cento chilometri più a sud rispetto agli avvistamenti nella zona di Martina Franca, rendendo questa zona l’estremo limite orientale delle popolazioni italiane.

C’è un nucleo riproduttivo

Sulla base delle informazioni raccolte, nella zona del Parco regionale Otranto-Santa Maria di Leuca-Bosco di Tricase, l’ente che ha commissionato lo studio, sarebbero presenti almeno un cucciolo di un anno e due individui adulti, di cui uno maschio, questo lascerebbe pensare alla presenza di un nucleo riproduttivo e, dunque, ad una presenza stabile dei lupi.

Vista del Gargano
In Puglia il lupo è distribuito per circa il 30% del territorio regionale, inclusa tutta la parte nord-occidentale, l’altopiano delle Murge e le gole dell’arco ionico, i dati mostrano anche la presenza di nuclei familiari nell’area del Parco Nazionale del Gargano e dell’Alta Murgia © Ingimage

Favorire la coesistenza tra uomini e lupi

Nonostante la ripresa delle popolazioni di lupo in Italia non sia spesso vista di buon occhio da alcune categorie, come allevatori e cacciatori, e che buona parte dei media parlino del lupo in chiave sensazionalistica, esacerbando le contrapposizioni tra le varie categorie e cavalcando gli allarmismi, il ritorno del lupo in Salento sembra essere stato accolto con favore dalle amministrazioni locali.

Bentornato lupo

“Il ritorno di una specie protetta è sempre una buona notizia, un indicatore ambientale indubbiamente positivo per tutto il territorio salentino – si legge in una nota diffusa dal comune di Nardò, una delle aree in cui sarebbero stati avvistati i lupi. – La presenza dei lupi non deve assolutamente scatenare sindromi e paure di nessun tipo, visto che in Italia la mortalità dei lupi per cause antropiche sembra essere già tra le cause più diffuse, siano queste accidentali (collisioni con veicoli) o intenzionali (arma da fuoco, trappole, veleno). L’orientamento dell’amministrazione comunale è quello di fare in modo che la convivenza con il lupo sia gestita con equilibrio e ragionevolezza attraverso un protocollo tra allevatori ed enti interessati che contenga soluzioni efficaci e preventive capaci di ridurre i danni da lupo alla zootecnia e non solo”.

Gregge di pecore
La ricerca sul lupo in Salento fa parte di uno studio preliminare su animali selvatici o randagi potenzialmente dannosi per le colture e l’allevamento scorte nell’area protetta, commissionato agli autori dal Parco naturale regionale Otranto Leuca e Bosco di Tricase © Ingimage

Studiare le abitudini del lupo

Il prossimo passo sarà quello di studiare il comportamento del lupo in Salento “per la migliore comprensione delle abitudini alimentari nei nostri ecosistemi”, ha spiegato Francesco Minonne, biologo del Parco regionale Otranto-Santa Maria di Leuca-Bosco di Tricase.

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