“A Delhi stiamo soffocando”. L’appello di una bambina di 9 anni

Da giorni Delhi è avvolta da una nube di smog. I dati sulle polveri sottili sono cresciuti alle stelle. E nella metropoli imperversa la pandemia.

“Dovete dichiarare l’emergenza sanitaria perché qui a Delhi stiamo soffocando”. L’allarme arriva da Licypriya Kangujam, bambina di nove anni e attivista indiana per il clima nota nel suo paese e fondatrice del Movimento dei bambini (The child movement). Dalla quale è giunta una richiesta, veicolata tramite i social network, indirizzata direttamente al governatore della capitale dell’immensa nazione asiatica.

Polveri sottili a 591 microgrammi per metro cubo nella capitale dell’India

Da settimana infatti la metropoli è avvolta da livelli altissimi di inquinamento, in particolare per quanto riguarda le polveri sottili PM10. Il cui livello ha raggiunto i 591 microgrammi per metro cubo, contro il tetto massimo di 25 indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per tutelare la salute pubblica.

Una situazione particolarmente grave soprattutto in questo periodo di pandemia. L’agenzia Afp riferisce l’opinione di Davinder Kundra, medico che opera in una clinica di Delhi, secondo il quale “numerosi studi nel mondo hanno stabilito un legame tra l’inquinamento atmosferico e l’aumento dei casi e dei decessi provocati dal coronavirus”. In Italia ha fatto discutere un’analisi di un gruppo di ricercatori delle università di Bologna, Trieste e Napoli, tutti aderenti alla Società italiana di medicina ambientale (Sima). Che ha dimostrato la presenza di tracce di Rna del coronavirus sulle particelle analizzate, ma non ha ancora potuto stabilire se la carica virale rimanga attiva. Ovvero se attraverso le polveri sottili le persone possono venire contagiate.

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Delhi in una giornata caratterizzata da altissimi tassi di inquinamento © Allison Joyce/Getty Images

Ciò che si sa per certo è che a Delhi la situazione sanitaria è sempre più preoccupante. Nei giorni scorsi è stato toccato un picco di 7mila nuovi contagi, ma si teme che il dato possa raggiungere quota 12mila nel prossimo futuro. A livello nazionale, inoltre, l’India registra quasi 8,6 milioni di casi, per un totale di oltre 127mila morti.

A Delhi fuochi d’artificio vietati e cannoni ad acqua nelle strade

Per cercare di limitare l’inquinamento atmosferico – che in ogni caso aumenta l’afflusso di pazienti negli ospedali, per via dell’insorgere di diverse patologie respiratorie – le autorità della capitale indiana hanno imposto alcune misure. Ad esempio, il divieto di sparare fuochi d’artificio el corso delle festività. Proprio sabato 14 novembre è prevista infatti la grande festa indù di Diwali (la Festa delle luci).

Inoltre, si sta mettendo a punto una procedura per imporre alle cliniche private di prendere in carico un numero maggiore di pazienti affetti da Covid-19. Mentre sono stati disseminati nella città dei cannoni che sparano acqua, con l’obiettivo di tentare di “ripulire” l’aria dagli agenti inquinanti.

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