Elettra Car Sharing e il Comune di Genova inaugurano un innovativo progetto pilota di mobilità sostenibile e condivisa a livello cittadino.
È a idrogeno la nuova papamobile di Papa Francesco
Il Santo Padre ha ricevuto in dono una Toyota Mirai, una papamobile alimentata ad idrogeno appositamente realizzata per i suoi spostamenti.
Dalla prima Land Cruiser del 1976 a una moderna Mirai alimentata a idrogeno, Toyota torna ad affiancare il suo nome a quello della papamobile. Papa Francesco ha ricevuto in dono dalla Conferenza episcopale giapponese la berlina ecologica per eccellenza della casa automobilistica, adattata alle sue particolari esigenze di mobilità. Rigorosamente bianca, la vettura è lunga 5,1 metri e alta ben 2,7 metri, tetto compreso; si tratta di uno dei due esemplari appositamente realizzati dalla Toyota Motor Corporation per gli spostamenti del Santo Padre in occasione del suo viaggio apostolico in Giappone nel novembre dello scorso anno, e precedentemente donati alla Conferenza episcopale giapponese.
La storia della papamobile, dal 1976 ad oggi
La Mirai è l’ultimo e più moderno modello di papamobile: così da alcuni anni viene chiamata la particolare vettura utilizzata dal pontefice per percorrere brevi itinerari tra la folla. La prima della lista è stata la Toyota Land Cruiser, che fece la sua apparizione subito dopo il Giubileo del 1976 e fu saltuariamente utilizzata da Paolo VI. Giovanni Paolo I – che restò sul soglio pontificio poco più di un mese – non la utilizzò mai, mentre San Giovanni Paolo II la scelse da subito dopo aver rifiutato di usare la sedia gestatoria, il trono mobile sul quale il papa veniva portato a spalla per poter essere visto più facilmente dai fedeli durante le cerimonie pubbliche.
Proprio a un’altra auto bianca realizzata appositamente per Wojtyla, scoperta, è legato il momento più drammatico del suo pontificato, l’attentato di Alì Agca in piazza San Pietro il 13 maggio del 1981; dopo quell’evento si decise di utilizzare mezzi blindati.
Una berlina che emette solo vapore acqueo
Ora anche il Vaticano sposa la mobilità del futuro, ed è proprio “futuro” il significato della parola giapponese Mirai. L’auto, la prima berlina alimentata a idrogeno, è prodotta in serie dal 2014: per la sua propulsione richiede solo questo gas invisibile che, generando energia elettrica nelle celle a combustibile, alimenta il motore elettrico da 113 kW/154 CV senza produrre inquinanti ma solo vapore acqueo.
La vettura ecologica per eccellenza è in grado di percorrere – dopo un rifornimento della durata di meno di tre minuti – circa 500 chilometri con un pieno. A dicembre inizierà la produzione della seconda generazione di Mirai, che avrà un design fortemente rinnovato e un’autonomia superiore di circa il 30 per cento rispetto al modello attuale.
Per il Vaticano un altro tassello “verde”
La papamobile a idrogeno si sposa al meglio con la grande sensibilità mostrata da Francesco rispetto ai temi ambientali, che ha ispirato nel 2015 l’enciclica Laudato si’. Un vero e proprio punto di svolta del suo pontificato, seguito da una serie di iniziative concrete come l’istallazione sul tetto dell’aula delle udienze di 2.400 moduli fotovoltaici in grado di produrre circa 300 megawattora all’anno, quanto basterebbe per coprire il fabbisogno energetico di un centinaio di famiglie.
E se sullo sfondo resta il progetto di rendere il Vaticano il primo stato al mondo alimentato completamente da energie rinnovabili e che utilizzi una mobilità al 100 per cento elettrica, pochi giorni fa è stato presentato il progetto di una casa ecocompatibile per le guardie svizzere e le loro famiglie: la nuova caserma che sostituirà l’attuale quartier generale sarà interamente realizzata secondo criteri di sostenibilità ambientale.
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