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Nel giro di due giorni quasi 60 persone sono state uccise in Kenya, nell’Africa orientale, in seguito a due attentati terroristici. Il primo attentato è stato condotto da un gruppo di uomini armati a Mpeketoni nella notte tra il 15 e il 16 giugno che ha causato 48 (forse 49) morti, tra cui alcuni poliziotti
Nel giro di due giorni quasi 60 persone sono state uccise in Kenya, nell’Africa orientale, in seguito a due attentati terroristici. Il primo attentato è stato condotto da un gruppo di uomini armati a Mpeketoni nella notte tra il 15 e il 16 giugno che ha causato 48 (forse 49) morti, tra cui alcuni poliziotti e ranger. Mpeketoni è una città che si affaccia sull’oceano Indiano, a circa 300 chilometri a nord di Mombasa. Il secondo attentato è stato condotto nel villaggio di Poromoko, vicino a Mpeketoni, nella notte tra il 16 e il 17 giugno e ha causato la morte di altre 10 persone.
Cos’è Al Shabaab
Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dal gruppo di ribelli islamici Al Shabaab, affiliato ad Al Qaeda dal 2012. Lo stesso gruppo responsabile dell’attacco al centro commerciale Westgate di Nairobi del 21 settembre 2013 quando morirono più di 70 persone. Al Shabaab, che significa “la gioventù” in arabo, è il braccio armato dell’Unione delle corti islamiche, una rete di estremisti della Somalia che controlla il sud del paese in contrapposizione al Governo federale di transizione costituito nel 2004 dove ha instaurato una serie di leggi islamiche rigide e personali. Si può dire – usando le parole di Nicola Pedde, direttore dell’Institute for global studies – che la Somalia vive in una situazione di anarchia da oltre venti anni, dalla caduta dello storico dittatore Siad Barre avvenuta nel 1991 e dall’inizio della guerra civile.
La risposta del Kenya
La situazione precaria somala ha portato allo sconfinamento in Kenya di Al Shabaab in diverse occasioni, soprattutto dal 2007 in poi, dove ha condotto numerosi attacchi contro la popolazione e preso in ostaggio decine di persone. Il governo di Nairobi, dal canto suo, ha risposto inviando truppe nel sud della Somalia a partire dal 2011 nel tentativo di fermare l’avanzata dei guerriglieri e bloccare le violenze che interessano il Kenya orientale e la capitale Nairobi.
Nella rivendicazione degli attentati degli ultimi giorni a Mpeketoni, Al Shabaab ha detto di considerare il governo keniano responsabile di una “repressione brutale” della popolazione musulmana. Inoltre ha chiesto ai turisti stranieri di non recarsi sulla costa orientale del Kenya, in passato molto frequentata, perché “ora è ufficialmente zona di guerra”.
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