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Entro il 2030 la potenza eolica installata potrebbe aumentare di sette volte, arrivando a coprire un quinto della domanda di energia elettrica.
È il quadro estremamente incoraggiante che esce dal “Global Wind Energy Outlook 2014”, rapporto biennale redatto dalla Global wind energy council (Gwec) e Greenpeace. L’energia eolica come una delle principali fonti di energia rinnovabile e come efficiente soluzione per ridurre le emissioni di carbonio quindi.
Secondo il rapporto sono 90 i Paesi nel mondo che utilizzano il vento come fonte di energia, con un totale di 318 gigawatt di potenza installata. Numeri che potrebbero crescere fino a 2000 gigawatt entro il 2030, fornendo il 20 per cento della richiesta mondiale di energia.
“In poco più di cinque anni, l’energia eolica potrebbe prevenire più di un miliardo di tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni di Italia e Germania messe insieme o delle emissioni totali del continente africano o del Giappone”, scrive in un post Sven Teske, a capo del progetto ed esperto di energia per Greenpeace International.
L’eolico in rapida crescita, soprattutto nelle economie emergenti come Brasile, Messico e Sud Africa, che vedono nel vento una fonte economica e rapida di approvvigionamento energetico. Questo perché: “l’energia eolica è diventata l’opzione meno costosa quando si aggiunge nuova capacità in rete, e i prezzi continuano a scendere”, spiega Steve Sawyer, amministratore delegato di Gwec.
“Non date adito alle pretese degli scettici – sottolinea Teske – quando dicono che viene utilizzata più energia nella produzione di turbine eoliche di quella che forniscono in vita. Una turbina eolica ‘ripaga’ di tutte le emissioni di anidride carbonica, dalla sua fabbricazione, installazione, manutenzione e smantellamento in un tempo che va dai tre ai nove mesi dalla messan in funzione. Ciò significa che il resto è energia pulita per tutta il resto della vita utile della turbina, circa 20 anni”.
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