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Con le sue foto Anne de Carbuccia racconta l’Antropocene, l’era caratterizzata dall’impronta dell’uomo sul pianeta. Nel documentario One Ocean la si vede al lavoro per ritrarre l’oceano e la necessità di proteggerlo.
https://vimeo.com/281249244
Abbiamo un solo pianeta a disposizione, e soltanto una vita da assaporare. La sabbia scende nella clessidra, un teschio ci ricorda che non abbiamo tempo da perdere. “Non simboleggia la morte, ma una scelta”. Quella di utilizzare al meglio i minuti che trascorriamo sulla Terra.
Questo è il messaggio che l’artista Anne de Carbuccia vuole trasmettere con le sue fotografie, che mostrano l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi e includono sempre i simboli del teschio e della clessidra: One Planet One Future è il nome del suo progetto, che ora si arricchisce di un nuovo tassello con One Ocean, documentario presentato il 4 settembre alla 75esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nell’ambito delle Giornate degli autori.
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Il film riprende Anne de Carbuccia sulla spiaggia e sott’acqua alla ricerca di paesaggi e soggetti da fotografare. Lo spettatore ha così l’occasione di osservare da vicino come l’artista allestisce i suoi set, e di capire meglio quali idee si celano dietro ai suoi scatti. L’oceano è pieno di plastica: “È davvero questo, quello che vogliamo?”, chiede la fotografa. La risposta è ovvia, eppure la soluzione ancora lontana a e la clessidra quasi piena. A scandire il tempo nel documentario sono le musiche di Ludovico Einaudi, grande pianista italiano.
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