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Per 36 milioni di italiani, la sostenibilità è una priorità. Lo dimostra il sesto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate.
Alla vigilia di Expo 2015, 21 milioni di italiani si sentivano coinvolti nella sostenibilità. Da allora sono successe tante cose. Le conseguenze tangibili dei cambiamenti climatici hanno colpito il nostro territorio; gli scienziati dell’Onu hanno messo nero su bianco che è questo il decennio giusto per invertire la rotta sul clima prima che sia troppo tardi; innumerevoli aziende hanno rivisto le loro strategie per costruire rapporti più armonici con l’ambiente e la comunità; una ragazza appena adolescente, Greta Thunberg, ha dato vita a una mobilitazione globale. In questo inizio di 2020 è arrivata anche la pandemia di coronavirus, a ricordare quanto l’uomo sia inerme di fronte alla potenza della natura.
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L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, ma il risultato è chiaro: la sostenibilità è salita sempre più in cima alla lista delle priorità di governi, imprese e cittadini. Oggi la stragrande maggioranza degli italiani, per un totale di 36 milioni di persone, si sente coinvolta; e per la prima volta gli appassionati (38 per cento) superano gli interessati (34 per cento).
È questo il dato chiave emerso dal sesto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, condotto da LifeGate in collaborazione con Eumetra MR su un campione di ottocento individui rappresentativi della popolazione maggiorenne. Per la prima volta l’indagine prevede un focus sulla Generazione Z, cioè sui giovanissimi di età compresa tra i 18 e i 24 anni, che si dimostrano più preparati della media. E più propensi a tradurre la loro sensibilità in comportamenti concreti.
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