Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Capi più durevoli, che si possano riparare. Realizzati con alte percentuali di fibre plastiche riciclate e con fibre naturali certificate. È questa in breve la filosofia di Norrøna, marchio norvegese di abbigliamento outdoor. Un cambio di rotta implementato nel 2014, ma presente da sempre nell’idea aziendale del gruppo, in particolare impiegando materiali a basso impatto
Capi più durevoli, che si possano riparare. Realizzati con alte percentuali di fibre plastiche riciclate e con fibre naturali certificate. È questa in breve la filosofia di Norrøna, marchio norvegese di abbigliamento outdoor. Un cambio di rotta implementato nel 2014, ma presente da sempre nell’idea aziendale del gruppo, in particolare impiegando materiali a basso impatto ambientale come il cotone biologico e il poliestere riciclato.
“La nostra ambizione è quella di diventare leader nella responsabilità ambientale e sociale all’interno del nostro mercato”, fa sapere Jørgen Jørgensen amministratore delegato di Norrøna, in una nota stampa. “Per questo vogliamo dare al consumatore finale informazioni trasparenti, favorendo la divulgazione dei migliori standard di responsabilità ambientale e sociale attraverso l’educazione e il coinvolgimento”.
È dal 1929 che il marchio norvegese ha attiva una catena per riparare i capi danneggiati, gratuitamente. Solo nel 2016 sono state almeno 10.000, per un totale di cinque giorni lavorativi impiegate all’interno del sito produttivo. Un atteggiamento che aiuta a ridurre gli sprechi, sia di materie prime che di energia.
Sono proprio le materie prime ad avere una particolare attenzione in tutto il processo produttivo. Il cotone impiegato ad esempio proviene per il 100 per cento da coltivazioni biologiche, mentre nel 2014, il 16 per cento dei tessuti in poliestere è stato ricavato da fibre riciclate e la produzione del 2016 ha visto un incremento del 39 per cento. Sempre lo stesso anno l’azienda ha impiegato l’8 per cento di nylon riciclato, nonostante l’obiettivo fosse del 20 per cento. La spiegazione verrebbe dalla difficoltà di trovare questo tipo di fibra riciclata di alta qualità e durata. L’obiettivo entro tre anni è di arrivare al 75 per cento.
Perché un marchio e la sua responsabilità sociale d’impresa sia attendibile, etica e trasparenza devono essere i pilastri fondamentali. Per questo Norrøna rende pubblici tutti i nomi dei fornitori, in una lunga lista aggiornata annualmente. Non solo, nella stagione 2015/2016 ha donato l’1 per cento dei ricavi a organizzazioni che lavorano in progetti di sostenibilità ambientale, con cifre vicine al milione di euro.
Il settore dell’abbigliamento è uno dei più inquinanti. Lo conferma anche la campagna Detox avviata da anni da Greenpeace, che punta ad accompagnare i marchi nel percorso di eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle filiere produttive. Anche se Norrøna non ha ufficialmente aderito alla campagna, sta lavorando per ridurre sostanze quali i perfluocarburi (Pfas), in particolare quelli a catena più lunga e che hanno i maggiori impatti ambientali. Come conferma la stessa azienda, ad oggi non ci sono valide alternative per rendere gli indumenti idrorepellenti. Di conseguenza la ricerca va avanti per trovare altre soluzioni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Il secondo produttore al mondo sigla una decisione storica. Ma gli allevamenti avranno tempo fino al 2034 per chiudere.
Piogge torrenziali hanno colpito numerose nazioni asiatiche, provocando inondazioni catastrofiche. Si cercano ancora centinaia di dispersi.
Un report di Greenpeace denuncia il modello politico-economico della Russia: un intreccio di estrattivismo, autoritarismo e guerra che distrugge l’ambiente, con pesanti ripercussioni sull’ecosistema globale.
Con l’ultima revisione del Pnrr, i fondi stanziati per le Cer passano da 2,2 miliardi a poco meno di 800 milioni: preoccupazione tra gli addetti ai lavori.
Ecomondo 2025 racconta una transizione ecologica che avanza tra innovazione, dati e confronti, mostrando come il cambiamento riguardi già la vita di tutti.
Grande novità nella Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne. Ma salta il voto sul consenso libero, senza il quale è violenza sessuale.
Nella notte è uscita una nuova bozza che fa crollare le speranze. 30 paesi scrivono alla presidenza che è inaccettabile.
Insieme all’associazione Io non ho paura del lupo scopriamo questo grande predatore e come la convivenza tra la specie e le attività umane è possibile.

