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L’Unione europea ha raggiunto con un anticipo tremendo la data che sancisce il consumo di tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in un anno.
Se ogni essere umano del pianeta avesse uno stile di vita paragonabile a quello del cittadino europeo medio il pianeta avrebbe esaurito tutte le sue risorse naturali il 10 maggio e ci occorrerebbero circa 2,8 mondi per soddisfare la nostra insaziabile fame. È evidente che, esistendo un solo pianeta Terra, questo tipo di consumo è assolutamente insostenibile e stiamo degradando gli ambienti naturali, e i servizi ecosistemici che ci offrono, a un ritmo più veloce di quanto non riescano a rigenerarsi. L’allarme è stato lanciato da Wwf e Global Footprint Network che hanno calcolato che il 10 maggio, a soli cinque mesi dall’inizio dell’anno, è l’Overshoot day 2019 per l’Europa.
Per sopravvivere la nostra specie non può fare a meno di alcuni servizi offerti da madre natura, come cibo, fibre, legname e la capacità delle foreste di assorbire CO2. Ci comportiamo come se queste risorse fossero infinite anche se sappiamo bene che non è così. Se la tendenza a sovrasfruttare tali risorse sembra accompagnare l’Homo sapiens fin dai suoi albori, è stata esponenzialmente esacerbata dall’avvento del consumismo e della crescita a tutti i costi. Secondo il rapporto pubblicato dalle due organizzazioni, l’Unione europea, nonostante ospiti solo il 7 per cento della popolazione mondiale, consuma quasi il 20 per cento della biocapacità della Terra. La nazione che per prima ha esaurito le risorse a disposizione è stata la più ricca d’Europa, il Lussemburgo.
“L’Ue e i suoi cittadini stanno attualmente utilizzando le risorse naturali ad un ritmo due volte più veloce di quanto gli ecosistemi europei possano rinnovarle”, si legge nel rapporto. L’impronta ecologica pro capite, cioè l’ammontare di risorse naturali consumate da ogni cittadino del Vecchio continente, è la più alta del pianeta insieme a quella degli Stati Uniti. Per i restanti sette mesi del 2019 dovremo dunque abusare del capitale naturale della Terra, provocando dunque più emissioni di quante gli ecosistemi siano in grado di assorbire, abbattendo più alberi di quanti ne crescano e pescando più pesci di quanti riescano a nascerne.
If all the world lived & consumed like Europe, on 10 May we would already have exhausted the resources that the Earth can replenish in a year. For the rest of the year we are eating into the natural capital stocks of the planet. Time for action yet? #overshoot #euovershoot pic.twitter.com/wiAnntApL0
— Prof Wayne Visser (@WayneVisser) 9 maggio 2019
L’Overshoot day è il giorno che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni. L’umanità ha iniziato a consumare più di quanto la Terra producesse nei primi anni Settanta, da allora il giorno in cui viene superato il limite arriva sempre prima (nel 1975 era il 28 novembre), a causa della crescita della popolazione mondiale e dell’espansione dei consumi in tutto il mondo.
Lo scorso anno l’Overshoot day globale è arrivato prima che mai, il primo agosto, mentre l’Italia consumò tutte le sue risorse quasi tre mesi prima, il 24 maggio. Quest’anno la situazione è perfino peggiorata e, secondo i calcoli del Global Footprint Network, che ha valutato l’impronta ecologica degli italiani, calcolando la domanda annuale e rapportandola a quella di tutta la popolazione mondiale, la fatidica data sarà il 15 maggio.
Posticipare l’Overshoot day gestendo in maniera oculata le risorse rappresenta un’assoluta necessità per garantire una prosperità duratura ai cittadini d’Europa e del mondo. “L’Overshoot Day europeo costituisce un duro promemoria sul fatto che il consumo dell’Ue sta contribuendo al crollo ecologico e climatico del pianeta”, ha affermato Ester Asin, direttrice dell’ufficio per le politiche europee del Wwf. I mezzi e le conoscenze per ridurre lo sfacelo ambientale ci sono e sono ben chiari, occorre solo utilizzarli. Il Wwf, in occasione del Summit informale del Consiglio europeo in cui si discute del futuro dell’Europa svoltosi a Sibiu, in Romania, ha invitato i rappresentanti politici e i leader dell’Ue a intraprendere determinate azioni per ridurre l’impronta ecologica dell’Europa
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