
Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.
Ingredienti bio per 4 persone 1 cipolla piuttosto grossa 1 spicchio d’aglio 2 carote 3 carciofi (se di stagione) 1 porro 2 patate 100 g di piselli 4 cucchiai di olio 250g di riso 1/8 l di vino o sidro di mele 1/8 l di acqua Pepe macinato fresco 1 pizzico di zafferano fette di
Ingredienti bio per 4 persone
Preparazione
Sbucciare la cipolla e tagliarla a
fettine. Pulire le carote e tagliarle a rondelle. Pulire i carciofi
e tagliarli a spicchi. Far riscaldare l’olio in una padella (se
possibile un tegame per paella). Farvi soffriggere l’aglio e le
cipolle, aggiungere le carote, i piselli e i carciofi e far saltare
il tutto. Pelare le patate e tagliarle a tocchetti, pulire il porro
e tagliarlo a rondelle. Aggiungerli con il riso e lo zafferano alle
altre verdure in cottura, e mescolare bene. Far saltare il tutto a
fuoco basso fino a che il riso sarà diventato trasparente.
Irrorare con il vino, aggiungere l’acqua, condire bene e cuocere a
fiamma bassa per 15-20 minuti, fino a che il riso avrà
assorbito tutto il liquido. A fine cottura aggiungere il pepe.
Varianti
In estate si sostituiranno i carciofi con i peperoni rossi e gialli
e si potranno aggiungere olive e pomodorini interi a crudo per la
decorazione.
Notizie e consigli
Decorare la paella con
fette di limone. Il nome paella deriva da “paellera”, la pentola
rotonda in cui si cucina. Tradizionalmente, questo famoso piatto
spagnolo, si cucina all’aperto, con il fuoco a legna.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.
Sono oltre 24mila gli allevamenti intensivi di polli e suini in Europa, molti sorti nell’ultimo decennio. Un’inchiesta ne fa la mappatura e ne denuncia le principali problematiche.
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna hanno osservato un aumento dell’incidenza di tumori in diversi sedi con la somministrazione di bassi dosi di glifosato.
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
I risultati di un progetto pilota sull’agricoltura rigenerativa mostrano i vantaggi di questo approccio rispetto all’agricoltura convenzionale. Registrando una produttività complessiva più elevata.
Dopo cinque minuti di esposizione alla pubblicità di cibo spazzatura i bambini consumano più calorie: lo studio presentato al Congresso europeo sull’obesità.