Stop all’estrazione di gas nel più grande giacimento dei Paesi Bassi a causa dei terremoti

Il giacimento di Groningen, Paesi Bassi, verrà chiuso nel 2024. Le scosse di terremoto legate all’estrazione di gas hanno danneggiato migliaia di edifici.

Articolo aggiornato il 4 ottobre 2023.

Il presidente dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ha firmato domenica 1 ottobre 2023 il provvedimento che fermerà l’estrazione di gas del grande giacimento di Groningen nell’autunno 2024. Fino ad allora, le autorità terranno aperti gli 11 pozzi di estrazione, che verranno sfruttati solo in caso di inverno rigido, prima di chiudere definitivamente l’accesso al sito. Il giacimento di Groningen era in attività da 60 anni, ma negli ultimi 20 i residenti si sono lamentati delle scosse di terremoto provocate dall’estrazione di gas.


I Paesi Bassi hanno deciso che non continueranno a sfruttare un ricco giacimento di gas nei pressi di Groningen, gestito dalla Shell e dalla Exxon Mobil. Il primo ministro Mark Rutte ha annunciato che nel 2024 verranno fermate le attività di estrazione di gas, dal momento che causano terremoti sconvolgendo la vita di chi vive nella zona.

Una decisione non facile in un periodo in cui l’Europa sta facendo di tutto per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, la cui fornitura è scesa dal 41 per cento al 7,5. Il giacimento in questione è stato descritto dall’Economist come l’unico potenzialmente adatto nel continente europeo per sostituire la fornitura di gas proveniente dalla Russia.

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Il presidente dei Paesi Bassi Mark Rutte (a destra), insieme al suo omologo tedesco © Sean Gallup/Getty Images

Un giacimento di gas capace di soddisfare il 10 per cento della domanda europea

Il giacimento di Groningen è il più grande d’Europa ed è attivo fin dal 1963. La sua produzione, negli ultimi anni, si è attestata sui 40 miliardi di metri cubi di gas all’anno, pari al 10 per cento del consumo europeo. Dopo quasi sessant’anni contiene ancora 450 miliardi di metri cubi di gas, che oggi valgono circa mille miliardi di dollari.

La Shell, una delle due compagnie coinvolte, ha detto che si potrebbero estrarre 50 miliardi di metri cubi di gas l’anno in più rispetto a quanto si sta estraendo ora. Un flusso extra in grado di sostituire i 46 miliardi di metri cubi che la Germania ha importato dalla Russia lo scorso anno.

Eppure, il governo dei Paesi Bassi ha fatto sapere che l’estrazione sarà progressivamente rallentata prima di bloccarsi del tutto entro la fine del 2024. Se ci fosse bisogno di più energia, l’opzione considerata dagli olandesi sarebbe quella di prolungare la vita delle sue centrali nucleari.

Troppi terremoti nei Paesi Bassi a causa dell’estrazione

Groningen ha registrato i suoi primi piccoli terremoti nel 1986. Da allora, ce ne sono state altre centinaia. Sebbene la maggior parte di questi non sia rilevabile se non tramite gli appositi strumenti, un terremoto di magnitudo 3,6 ha colpito la provincia nel 2012, provocando migliaia di richieste di risarcimento per danni alla proprietà.

Almeno 127mila delle 327mila abitazioni della zona hanno riportato danni in questi anni, scrive Bloomberg Businessweek. Dal 2012 sono stati demoliti più di 3.300 edifici. Per questo, a partire dal 2014, il governo olandese ha posto limiti sempre più severi al giacimento e la produzione è scesa da 54 miliardi di metri cubi del 2013 a 4,5 miliardi di metri cubi previsti quest’anno.

Il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato che i Paesi Bassi dovrebbero pensarci bene prima di chiudere Groningen, ma il governo olandese per il momento non ha intenzione di tornare sui suoi passi. Rutte ha comunque precisato che il giacimento potrebbe essere usato “solo in casi estremi, se qualcosa dovesse andare storto”.

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