
Nuovi dati rivelano che tra il 2016 e il 2018 c’è stata una perdita globale record di copertura arborea, soprattutto a causa dell’agricoltura.
Il progresso indotto dalla rivoluzione industriale ha portato all’alterazione della situazione climatica mondiale, i cui effetti sono particolarmente sensibili nell’agricoltura. L’innalzamento della temperatura, la variabilità delle precipitazioni e lo spostamento delle zone climatiche temperate verso i poli hanno portato a un repentino cambiamento dei modelli di produzione e all’impoverimento della terra. Tuttavia, l’agricoltura è
Il progresso indotto dalla rivoluzione industriale ha portato all’alterazione della situazione climatica mondiale, i cui effetti sono particolarmente sensibili nell’agricoltura. L’innalzamento della temperatura, la variabilità delle precipitazioni e lo spostamento delle zone climatiche temperate verso i poli hanno portato a un repentino cambiamento dei modelli di produzione e all’impoverimento della terra.
Tuttavia, l’agricoltura è una delle prime responsabili delle emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera, causa principale dei cambiamenti climatici. L’Intergovernmental panel on climate change ha definito l’impiego delle fonti fossili, l’uso irresponsabile della terra e l’agricoltura le prime tre cause dei cambiamenti climatici negli ultimi 250 anni.
A supportare questa affermazione il Climate Institute ha dimostrato che l’aumento della concentrazione di metano nell’atmosfera è dovuto alla digestione dei ruminanti, agli incendi delle foreste e alla coltivazione di riso nelle paludi, la presenza di protossido di carbonio è determinato al 70 per cento dall’uso di fertilizzanti chimici e le emissioni di CO2 all’abbattimento di foreste e boschi per convertirli a campi e pascoli.
Un recente studio delle Nazioni Unite (Onu), The contribution of agricultural foresty and other land use activities to global warming, analizza l’andamento delle emissioni in atmosfera, tra il 1990 e il 2012, individuandone le cause.
Il documento dimostra come nella prima decade le emissioni dovute alla deforestazione fossero nettamente superiori a quelle relative all’agricoltura. Successivamente, dopo l’entrata in vigore di una serie di provvedimenti per la tutela forestale, tra cui il programma Reducing emissions from deforestation and forest degradation dell’Onu, c’è stato il sorpasso: l’agricoltura ha contribuito al 12 per cento delle emissioni totali di CO2, a fronte dell’8 per cento di quelle dovute alla deforestazione.
Con il riconoscimento del 2015 come Anno internazionale del suolo e in vista delle Conferenza sul clima di Parigi è necessario rilanciare l’agricoltura sostenibile anche per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Davanti al crescente aumento di suolo degradato (il 36 per cento del territorio agricolo) è necessario fare luce sulle responsabilità delle tecniche agricole moderne. I dati sull’inquinamento e l’impatto ambientale di queste pratiche agricole devono poter direzionare i dibattiti sul clima e suggerire un indirizzo per riformare la normativa in merito al sistema agrario.
Per questo, tornare alle pratiche agricole tradizionali significherebbe garantire una produzione alimentare a piccola scala che può raggiungere più facilmente e meglio (sotto al profilo nutrizionale) le bocche affamate del mondo.
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