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Strasburgo ha votato una risoluzione, non vincolante, per proteggere l’Artico e bandire l’estrazione di combustibili fossili
Il Parlamento Europeo, con una risoluzione votata questa settimana, chiede norme per salvaguardare il delicato ecosistema dell’Artico e vuole introdurre il divieto di estrazione di petrolio e gas naturale per mantenere l’area come zona di cooperazione a bassa tensione. La risoluzione, votata a larga maggioranza – 483 voti in favore, 100 contrari e 37 astensioni – non è vincolante.
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— Parlamento europeo (@Europarl_IT) 15 marzo 2017
L’Artico sta scomparendo
L’Artico si sta riscaldando a velocità doppia rispetto alla media mondiale e il mare ghiacciato è diminuito in maniera significativa a partire dal 1981, tanto che oggi è circa il 40% più piccolo rispetto all’estate di 35 anni fa.
I quattro milioni di persone che vivono nella regione artica, assieme alla flora e alla fauna presenti, sono i primi a subire le conseguenze negative dell’aumento dell’inquinamento. Per questo, secondo Strasburgo, è necessario che “il vulnerabile ambiente artico e i diritti fondamentali dei popoli indigeni devono essere rispettati e protetti con salvaguardie più rigorose”.
Strasburgo chiede di vietare le “trivellazioni petrolifere nelle acque ghiacciate artiche dell’Ue e dello Spazio economico europeo (See)”, e bandire l’utilizzo di combustibili fossili che potrebbe accelerare ulteriormente il cambiamento climatico.
Con la risoluzione i parlamentari reiterano le richieste già fatte nel 2014 di bloccare l’uso di olio combustibile nei trasporti marittimi nel Mar Artico. Se ciò non fosse possibile data la situazione internazionale, la Commissione dovrebbe creare delle norme che proibiscano l’uso e il trasporto di olio combustibile (HFO) su navi dirette verso i porti dell’Ue.
Secondo i deputati Ue i cambiamenti climatici stanno creando nuovi problemi ambientali e di sicurezza. Lo scioglimento della calotta artica sta aprendo nuove rotte di navigazione, nuove zone di pesca e aumentando la competizione per le sue risorse naturali.
“La regione artica è molto sensibile e vulnerabile. Se distruggiamo quest’area sfruttandone le risorse in maniera non sostenibile, non distruggiamo solo una regione unica, ma acceleriamo anche il cambiamento climatico, riduciamo le nostre possibilità di avere acqua pulita e gli effetti sulla riserva ittica saranno devastanti” ha detto la Sirpa Pietikainen del Partito popolare europeo e co-relatrice della risoluzione.
Con lo scioglimento dei ghiacci l’importanza geopolitica dell’Artico sta crescendo. Le forze armate russe dal 2015 hanno fondato almeno sei nuove basi a nord del Circolo Polare Artico, inclusi sei porti in acque profonde e 13 aerodromi. Anche la Cina ha puntato gli occhi sull’Artico per l’accesso a nuove rotte commerciali e a nuove risorse energetiche.
L’area, secondo Strasburgo, deve invece rimanere una zona a bassa tensione e in questo il ruolo Consiglio Artico diventa fondamentale per “mantenere una cooperazione costruttiva, bassa tensione e stabilità” nella regione.
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