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La Perla Jonica, il villaggio turistico fondato da una famiglia sospettata di avere legami con la mafia circa 40 anni fa a Capo Molini, poi fallito e abbandonato sul litorale sotto Catania, risorgerà a nuova vita completamente ecologica. Dalla Sicilia arriva una storia cominciata male, ma che ora sta finendo bene. Dopo anni di tentativi, è
La Perla Jonica, il villaggio turistico fondato da una famiglia sospettata di avere legami con la mafia circa 40 anni fa a Capo Molini, poi fallito e abbandonato sul litorale sotto Catania, risorgerà a nuova vita completamente ecologica. Dalla Sicilia arriva una storia cominciata male, ma che ora sta finendo bene. Dopo anni di tentativi, è andata finalmente in porto la vendita dell’ecomostro allo sceicco degli Emirati Arabi Uniti, Hamed Bin Hamed Al hamed. La bella notizia non è soltanto quella dell’investimento economico (oltre 100 milioni di euro) in una regione dell’Italia meridionale, quanto anche il fatto che il progetto prevede una riconversione completamente a basso impatto ambientale.
Il nuovo resort, che sarà completato entro due anni, sarà il più grande polo alberghiero sostenibile del Mediterraneo: rifiuti zero, zero emissioni, nessuno spreco d’acqua, autoproduzione ed efficienza energetica integrata con rete infoenergetica e telecontrollo. Anche la scelta della società che gestirà i lavori è un’ottima premessa in quanto a trasparenza e correttezza della gestione degli appalti.
Il ruolo di general contractor è stato affidato, infatti, a Kinexia, una società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (quello che richiede tra l’altro i requisiti più alti in termini trasparenza e di corporate governance) che fa della csr uno dei suoi valori principali.
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