Le farfalle monarca diminuiscono di quasi il 60 per cento, il secondo peggior record mai registrato. Pesticidi e cambiamenti climatici le cause principali.
Bentornato in Italia, castoro
Dopo oltre quattro secoli di assenza il castoro europeo è stato avvistato nel nostro Paese, ed è una notizia fantastica.
Da oltre quattrocento anni non si scorgeva, in un fiume italiano, la sagoma del più grande roditore del Vecchio continente, con suoi dentoni e la peculiare coda piatta coperta di scaglie: il castoro europeo (Castor fiber). La presenza di un esemplare è stata documentata pochi giorni in una foresta di Tarvisio, in provincia di Udine. L’animale è stato ripreso da Renato Pontarini, ricercatore del Progetto lince Italia dell’università di Torino, grazie all’installazione di diverse foto trappole dopo aver notato inusuali rosicchiature sulla corteccia degli alberi.
Da dove viene il castoro “friulano”
La presenza del castoro, proveniente probabilmente dall’Austria, certifica il valore ecologico del tarvisano, ritenuto un fondamentale corridoio faunistico verso l’Italia e l’intero arco alpino, e autorizza a sperare che la specie torni a stabilirsi in Italia, restituendo un prezioso tassello alla nostra biodiversità e aggiungendo un nuovo meraviglioso animale alla nostra fauna.
Perché non ci sono più castori in Italia
Un tempo il castoro abitava abbondantemente i corsi d’acqua del Belpaese, non si conosce precisamente la sua distribuzione originaria ma si ritiene fosse diffuso nel nord e centro Italia. Poi questi animali furono sterminati a causa della loro strepitosa pelliccia, molto pregiata, della carne e della credenza popolare secondo cui una secrezione ghiandolare prodotta dal castoro fosse la panacea di tutti i mali. In tutta Europa le popolazioni di castoro hanno subito un forte declino e in molte aree si è estinto. Oggi il loro numero, grazie alla protezione e a progetti di reintroduzione, è in crescita.
L’importanza del castoro
Il ritorno del castoro non renderebbe “solo” i nostri fiumi più ricchi ed eccitanti, ma anche più sicuri per l’uomo e più ospitali per altri animali. Il castoro è infatti ritenuta una specie chiave e, attraverso le grandi modifiche che apporta all’ambiente, riveste un importante ruolo ecologico. Questi animali sono infatti in grado di “stravolgere” gli ecosistemi fluviali costruendo le loro famose dighe. In questo modo “alterano radicalmente il comportamento di un fiume, lo rallentano, riducono il dilavamento e l’erosione – scrive George Monbiot in Selvaggi. – Intrappolano la gran parte del carico che trasporta assicurando che l’acqua scorra più decisamente. Le loro dighe filtrano inoltre i sedimenti che ospitano i batteri fecali”. Il lavoro di questi roditori cambia dunque la struttura dei fiumi e, tramite la creazione di piccole zone umide a paludose, fornisce condizioni favorevoli per lo sviluppo di numerose specie, come anfibi, pesci e uccelli acquatici.
Una speranza dai lunghi incisivi
Il ritorno del castoro potrebbe dunque aiutarci a ripristinare alcuni delicati meccanismi ecologici che noi stessi abbiamo contribuito ad inceppare e aiutarci a prevenire i troppi disastri causati dalla nostra dissennata gestione dei fiumi. Speriamo che al castoro visto nella foresta di Tarvisio, che dovrebbe essere un giovane maschio di 15-18 chili, il Friuli piaccia e possa tornarvi insieme ad una femmina per dar vita a una colonia e che, un giorno, la specie cominci la sua naturale espansione lungo la penisola.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In Italia la presenza del lupo è ormai un’ottima novità per la salute del nostro ecosistema: ma è purtroppo ancora l’uomo il principali nemico della specie
Gli elefanti in Bangladesh non saranno più cresciuti in cattività. Spesso gli animali sono sfruttati da compagnie circensi o industriali.
Il Nature photography contest premia la fotografia naturalistica, un modo per aumentare la consapevolezza di quanto sia importante proteggere la natura
L’orso M90 è stato abbattuto in Trentino, solo poche ore dopo la firma dell’ordinanza. Era un orso confidente conosciuto nella val di Sole.
Un’area forestale della Tasmania verrà risparmiata, per il momento, dal disboscamento: è uno dei pochi habitat rimasti per il parrocchetto di Latham.
La volontà di sfuggire al caldo degli stambecchi supera quella di sfuggire ai lupi, abituati a cacciare di notte.
Dopo più di un secolo, gli sforzi nella conservazione hanno dato i loro frutti: il kakapo è tornato a popolare in gran numero la Nuova Zelanda.
Nelle regioni subsahariane i numeri delle 42 specie di rapaci sono in calo, in alcuni casi in modo significativo, con conseguenze sull’intero ecosistema.