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La deforestazione in Congo è insostenibile
La deforestazione in atto nel bacino del fiume Congo, nel continente africano, dovrebbe causare un aumento della temperatura media globale di oltre mezzo grado centigrado verso metà secolo. A sostenerlo è uno studio condotto dal dipartimento di Scienze della terra e ambientali dell’università cattolica di Lovanio, in Belgio, e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of
La deforestazione in atto nel bacino del fiume Congo, nel continente africano, dovrebbe causare un aumento della temperatura media globale di oltre mezzo grado centigrado verso metà secolo.
A sostenerlo è uno studio condotto dal dipartimento di Scienze della terra e ambientali dell’università cattolica di Lovanio, in Belgio, e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Climate.
La causa della deforestazione è la crescente domanda di terreni agricoli nella regione dell’Africa centrale che, secondo i ricercatori, porterà a un aumento della temperatura media globale di 0,7 gradi e a una riduzione delle precipitazioni tra il 5 e il 10 per cento.
La foresta pluviale congolese è il secondo polmone più grande della Terra, dopo l’Amazzonia, con una superficie verde di due milioni di chilometri quadrati. Dal 1990 il tasso di deforestazione è aumentato costantemente. Secondo le stime della Commissione europea tra il 2000 e il 2010 si sarebbero persi duemila chilometri quadrati di foresta all’anno, un numero “totalmente insostenibile” secondo Greenpeace.
La parte di foresta presente nella Repubblica Democratica del Congo stocca 27 miliardi di tonnellate di CO2, come la quantità di emissioni prodotte a livello globale nel 2007.
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