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La guerra, molto politica e poco commerciale, tra Cina e Stati Uniti
Dopo la decisione di Washington di imporre dazi doganali su alcuni prodotti importati dalla Cina, Pechino ha risposto con la stessa politica.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è ufficialmente cominciata, anche se per ora sembra molto più politica che economica. A lanciarla è stata l’amministrazione di Washington, che ha dapprima imposto dei dazi doganali sulle importazioni di pannelli solari provenienti dall’Asia, quindi ha deciso di tassare l’acciaio e l’alluminio in arrivo dall’estero. Così, a pochi giorni di distanza, è arrivata la risposta di Pechino, che ha deciso di introdurre misure di “ritorsione” nei confronti dell’economia americana.
I diritti doganali risparmiano (per ora) l’import-export strategico
L’esecutivo della nazione asiatica ha infatti deciso di imporre dazi doganali del 25 per cento sulle importazioni di acciaio made in Usa e del 10 per cento su quelle di alluminio. “Anziché prendersela con le esportazioni americane effettuate in modo equo, la Cina dovrebbe impegnarsi ad eliminare le sue pratiche commerciali scorrette, che minacciano la sicurezza nazionale del nostro paese e falsano il mercato mondiale”, ha reagito Lindsay Walters, portavoce della Casa Bianca.
D’altra parte, che da Pechino sarebbe arrivata una risposta alle politiche introdotte dal presidente Donald Trump era apparso chiaro nel momento in cui quest’ultimo ha deciso di esonerare provvisoriamente una serie di nazioni dal pagamento dei dazi su acciaio e alluminio (compresi, ad esempio, il Canada e il Messico). Mentre ha confermato la tassazione straordinaria sui prodotti cinesi: una manovra che è apparsa, dunque, soprattutto politica, dal momento che le esportazioni di tali materie prime da parte della nazione asiatica verso gli Stati Uniti rappresentano meno del tre per cento del totale.
La Cina introduce dazi su 128 prodotti statunitensi
Da parte della Cina, i diritti doganali sono stati introdotti su 128 prodotti americani, tra i quali figurano la carne di maiale, le mandorle e numerosi tipi di frutta. Anche in questo caso la scelta è apparsa ponderata: sono stati risparmiati infatti prodotti ben più strategici come la soia o gli aerei del marchio Boeing. Almeno per ora.
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