Un novembre promettente, una prima parte di dicembre negativa, un recupero a Natale. La situazione della neve in Italia resta complessa.
Città come Miami e Shanghai potrebbero sparire dalle mappe. Entro il 2100 anche l’Italia potrebbe veder finire sott’acqua fino a 5.500 chilometri di coste a causa dell’innalzamento del livello dei mari.
Entro il 2100 il livello dei mari potrebbe alzarsi di 65 centimetri rispetto al 2005. Chi vive nelle aree costiere di Florida, Cina e Bangladesh è in serio pericolo, ma nemmeno i londinesi e i cagliaritani sono al sicuro. Nel giro di 80 anni interi stati potrebbero scomparire per sempre, come le Maldive nell’oceano Indiano o Kiribati nel Pacifico.
Leggi anche: L’Europa farà la fine di Atlantide? Clima e inondazioni potrebbero sommergerla
Non solo il livello degli oceani si alza in media di 3 millimetri all’anno, ma questo valore subisce un’accelerazione pari a 0,084 millimetri ogni dieci anni. Lo ha rivelato un gruppo di ricercatori statunitensi sulla base di osservazioni satellitari effettuate a partire dal 1993, che hanno confermato quanto previsto dai modelli. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of Sciences.
“L’innalzamento prodotto dipende e dipenderà essenzialmente dallo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide ma in parte anche dall’aumento stesso della temperatura che produrrà un’espansione delle acque che costituiscono gli oceani”, spiega Carlo Migliore di 3Bmeteo.com.
Lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento della temperatura oceanica hanno già causato gravi conseguenze in tutto il mondo, dallo sbiancamento dei coralli alle inondazioni che a Miami, per esempio, “sono aumentate del 400 per cento. Attualmente l’innalzamento marino ha già prodotto notevoli infiltrazioni di acqua salata nelle falde dolci costringendo milioni di agricoltori ad arretrare o addirittura allontanarsi definitivamente dalle zone costiere”, prosegue Carlo Migliore di 3Bmeteo.com.
Anche l’Italia è minacciata e le aree più a rischio, stando al team guidato da Fabrizio Antonioli, sono l’Alto Adriatico che comprende città come Venezia e Trieste, il golfo di Taranto, il golfo di Oristano e quello di Cagliari. Nella loro ricerca si legge che nel 2100 l’aspetto della nostra penisola è destinato a cambiare drasticamente: 5.500 chilometri di coste potrebbero sprofondare sott’acqua.
Purtroppo, però, non è finita qui. Un altro studio, pubblicato sulla rivista Nature communications, ha rivelato che anche nella migliore delle ipotesi il livello dei mari si alzerà di circa 91 centimetri entro il 2300. “Sembra che ingenti perdite di ghiaccio dall’Antartide siano possibili anche se le condizioni dell’Accordo di Parigi sul clima verranno rispettate”, avverte Matthias Mengel dell’Istituto per la ricerca sull’impatto climatico di Potsdam. Se poi i paesi non dovessero tener fede alla promessa di tagliare le emissioni di CO2, lo scenario sarebbe di gran lunga peggiore.
È quindi importantissimo che le nazioni di tutto il mondo facciano la loro parte. Un’altra strategia utile è la creazione di aree marine protette – il cui numero fortunatamente è in crescita – che consentono di tutelare ampie porzioni di oceano e i relativi ecosistemi. Ognuno di noi, infine, è chiamato a compiere scelte quotidiane da cui dipende un futuro sempre più vicino.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un novembre promettente, una prima parte di dicembre negativa, un recupero a Natale. La situazione della neve in Italia resta complessa.
Tra i mesi di ottobre 2024 e settembre 2025 la temperatura media nell’Artico è stata di 1,6 gradi centigradi più alta rispetto al periodo 1991-2020.
Uno studio spiega che, nella fase di “picco”, perderemo tra 2 e 4mila ghiacciai all’anno. Quelli delle Alpi tra i primi a scomparire.
Sulla base di un accordo del 2023, parte degli abitanti delle isole Tuvalu (che saranno sommerse dal Pacifico) potrà rifugiarsi in Australia.
Il servizio Copernicus ha pubblicato i dati relativi ai primi undici mesi del 2025: il riscaldamento climatico sfiorerà il record dello scorso anno.
Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Si è chiusa la prima settimana di negoziati alla Cop30 di Belém. Il mondo è diviso ma il Brasile vuole risultati concreti.
Un’analisi di Carbon Brief ha mostrato come da un anno e mezzo le emissioni complessive di gas ad effetto serra della Cina non crescano.
La guerra commerciale e i conflitti armati hanno parzialmente oscurato le numerose e deleterie scelte sul clima di Donald Trump nel suo primo anno del nuovo mandato da presidente.


