Sydney dichiara l’emergenza climatica

Anche la città australiana ha ufficialmente riconosciuto lo stato di emergenza e deciso di mobilitare le proprie risorse per ridurre le emissioni.

La crisi climatica sta peggiorando molto più rapidamente di quanto previsto e il tempo per intervenire è sempre meno. Siamo in uno stato di grave emergenza, ma molte nazioni preferiscono continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Eppure qualcosa si sta finalmente muovendo, lo scorso primo maggio il Regno Unito è stato il primo paese ad avere ufficialmente dichiarato un’emergenza climatica. Poi è stata la volta dell’Irlanda e del Canada, lo stato di emergenza climatica e ambientale è stato inoltre dichiarato da centinaia di consigli comunali in tutto il mondo. A questi si aggiunge Sydney, che diventa così la seconda capitale di uno stato australiano, dopo Hobart, a dichiarare ufficialmente un’emergenza climatica, poiché l’aumento delle temperature globali “rappresenta un serio rischio per la popolazione di Sydney”, si legge nella mozione.

 

Cosa cambia per Sydney

Il provvedimento è stato adottato nella notte di lunedì, quando i consiglieri, all’unanimità, hanno approvato una mozione presentata dal sindaco Clover Moore, la quale prevede di mobilitare le risorse della città per ridurre le emissioni di CO2 e minimizzare l’impatto ambientale. La dichiarazione ha sì un elevato valore simbolico, ma, soprattutto, presuppone l’adozione di misure concrete per arginare l’emergenza ambientale, il principale obiettivo è infatti quello di mettere i cambiamenti climatici al centro delle decisioni politiche e di pianificazione. La città di Sydney ha fissato l’obiettivo di ridurre le sue emissioni del 70 per cento entro il 2030, e di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050.

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Australia in fiamme

Per l’Australia affrontare immediatamente il riscaldamento globale è una necessità. Il Paese, lo scorso gennaio, ha infatti dovuto far fronte a temperature straordinariamente alte, fino a sedici gradi sopra la media. Gli abitanti di Marble Bar, nel nord-ovest del paese, hanno dovuto sopportare temperature sopra i 40 gradi per 22 giorni di fila, con picchi di 50 gradi, mentre a Noona, nel sud-est, la temperatura notturna di 35,9 gradi è stata la minima più alta mai registrata. Nonostante il clima diventi sempre più torrido e l’Australia sia tra i firmatari dell’Accordo di Parigi, le emissioni di gas serra australiane sono aumentate negli ultimi quattro anni.

Incendio nei pressi di Perth, Australia,minaccia le abitazioni
Le elevate temperature e le ondate di calore aumentano esponenzialmente il rischio di incendi boschivi © Ryan Pierse/Getty Images

Avviare la transizione

“Questa emergenza riguarda le nostre comunità, e il suo impatto è sentito da tutti noi, in particolare dai più poveri tra noi, i vulnerabili, gli emarginati e coloro che vivono in comunità remote”, ha affermato il sindaco di Sydney. La mozione presentata da Moore e approvata dai consiglieri, chiede al governo federale di rispondere con urgenza all’emergenza climatica ripristinando il prezzo del carbone e istituendo una “Just transition authority”, il cui ruolo sarebbe quello di garantire che gli australiani che lavorano nelle industrie legate ai combustibili fossili possano trovare un impiego alternativo adatto.

Marcia per il clima in Australia
In Australia i gas serra, secondo i dati pubblicati dal Dipartimento dell’Ambiente e dell’energia australiano, sono in crescita da quattro anni consecutivi © Glenn Hunt/Getty Images

Economia a rischio

Gli effetti dei cambiamenti climatici produrranno in Australia anche gravi danni economici. Alcuni modelli prevedono perdite di 159 miliardi di dollari all’anno, provocate dall’impatto dell’aumento del livello del mare e dal crollo della produzione agricola conseguente ai sempre più prolungati periodi di siccità. L’impatto annuo dei cambiamenti climatici su ogni famiglia australiana ammonterà invece a circa 14mila dollari.

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