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Per pubblicare il libro, un intenso reportage fotografico impreziosito dalle parole dello scrittore Wu Ming 2, è stata lanciata una campagna di crowdfunding.
L’allevamento industriale ha ridotto ai minimi termini i costi di produzione, consentendoci di ottenere carne a un prezzo irrisorio, ma per farlo ha deciso di ignorare completamente i costi esternalizzati che questo sistema genera, come l’impatto sull’ambiente, sulla salute umana e la sofferenza degli animali. L’industria della carne cerca con tutte le proprie forze di tenere alla larga i consumatori dagli allevamenti intensivi. Di impedire loro di vedere cosa accade realmente in quei (non)luoghi, perché chiunque vedesse con i propri occhi gli orrori e le crudeltà che vi vengono perpetrate non vorrebbe probabilmente più esserne complice.
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È facile non pensare alla sofferenza degli animali da allevamento, a quelle esistenze anonime e tragiche che si consumano in quegli spazi, così distanti da noi da sembrare quasi mondi a parte. Gli allevamenti intesivi rappresentano ormai quasi l’unica realtà, ma la maggior parte delle persone non ha la possibilità di vederli con i propri occhi, per questo sono così importanti le testimonianze di chi è riuscito ad accedervi. Luca Santini e Matteo Natalucci, due giovani fotografi, hanno deciso di vedere di persona cosa accade negli allevamenti intensivi in Emilia-Romagna, per documentare il sistema che sta alla base dell’industria della carne in Italia, e di raccontarlo in un libro fotografico.
Il libro si intitola Blue, termine che indica “la combinazione tra lo stato d’animo feeling blue e il più estremo grado di cottura della carne”, hanno spiegato gli autori. Per realizzarlo Santini e Natalucci si sono introdotti di notte, senza permesso, dentro numerosi allevamenti intensivi, grazie all’aiuto dell’associazione animalista Essere Animali. “Il nostro lavoro – hanno dichiarato i due fotografi – vuole dare voce al silenzio assordante di milioni di animali che ogni anno vengono ingurgitati da questa gigantesca macchina, da noi azionata”. Al progetto ha aderito anche lo scrittore Wu Ming 2, membro dell’omonimo collettivo, che ha scritto un testo che accompagna le crude fotografie del libro.
[vimeo url=”https://vimeo.com/384746620″]Video Cano Cristales[/vimeo]
Entrare in un allevamento intensivo, respirare la disperazione che ne permea le pareti senza finestre ed essere costretti a fare i conti con un sistema che, in un modo o nell’altro, riguarda tutti noi, non deve essere facile. Abbiamo chiesto a Santini e Natalucci qual è la cosa che più li ha impressionati di questa esperienza e che non dimenticheranno più. “Probabilmente quello che ci ha più impressionato è la grandissima quantità di animali stipati all’interno dei capannoni – hanno risposto -. Le persone hanno una percezione distorta di questi non luoghi, in pochi si rendono davvero conto del numero effettivo di animali presenti. Per assurdo, infatti, in alcune province italiane ci sono più maiali che persone. Inoltre per noi è allarmante il fatto che siamo stati completamente disabituati a collegare il pezzo di carne ad un essere vivente, come se fossero due entità separate tra loro”.
Per pubblicare e permettere la circolazione del libro, realizzato con il formato di un tabloid di grandi dimensioni, gli autori hanno lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso. L’obiettivo è raccogliere cinquemila euro, al termine della campagna manca più di un mese e già sono stati raccolti oltre 2.700 euro. Crediamo che quest’opera meriti di nascere ed essere diffusa, per ricordarci l’orrore che si rinnova ogni giorno a pochi passi dalle nostre case, nonostante gli scientifici sforzi dell’azienda della carne che cerca di plasmare il nostro immaginario con pubblicità ingannevoli ed edulcorate.
In quanto consumatori abbiamo il dovere di sviluppare un pensiero critico, poiché la correlazione tra lo sfacelo ambientale in corso e la nostra alimentazione non più essere negato e le nostre scelte possono influenzare i produttori. “Ad oggi siamo arrivati ad un consumo decisamente più modesto e consapevole – hanno risposto i due autori di Blue quando abbiamo chiesto loro se, dopo quanto visto, continueranno a consumare prodotti di origine animale – rispettando quanto più possibile il prodotto ed evitando di alimentare questo sistema che è insostenibile”.
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