Due anni senza incendi dolosi nel Parco nazionale dell’Aspromonte, com’è stato possibile

La prevenzione degli incendi passa attraverso il ruolo attivo dei pastori, che diventano i custodi del territorio. In due anni il parco non ha registrato alcun incendio di grave entità.

L’intera area del Parco nazionale dell’Aspromonte non ha registrato incendi di grave entità negli ultimi due anni. Un risultato di notevole portata, raggiunto grazie alla collaborazione con la comunità locale e alle attività di prevenzione operata sul territorio da parte dei pastori.

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Gli ambienti selvaggi delle montagne d’Aspromonte. Oggi protetti grazie anche ai pastori locali. Foto Rudi Bressa/LifeGate

Il progetto, finanziato all’interno del piano operativo ambiente Fsc 2014-2020 del parco, ha permesso di attivare una vera e propria rete locale di monitoraggio, all’interno dell’intera area protetta. La formula messa a punto per la difesa del patrimonio forestale e della biodiversità dell’area protetta prevede, attraverso contratti di responsabilità, il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e di Protezione civile e dei pastori, che diventano i “custodi della natura aspromontana”.

“Per fronteggiare questo fenomeno spesso drammatico, abbiamo coinvolto gli attori che più di tutti vivono la montagna”, dichiara Giuseppe Bombino, presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte. “Questi sono i pastori, ai quali cerchiamo di dare sempre più attenzione, e che così sono stati coinvolti nelle operazioni di controllo e tutela della natura, attraverso una collaborazione nella segnalazione di incendi e principi di incendi”, continua il presidente. “Sono decine i pastori che hanno deciso di collaborare con il parco, ai quali viene riconosciuto un premio proporzionale al risultato conseguito”.

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Il tipico bosco aspromontano, una faggeta. Foto Parco Nazionale Aspromonte.

L’eco-pastore, custode della natura, per prevenire gli incendi

Vengono così assegnate delle aree a cui ogni pastore fa riferimento: durante l’anno vengono registrati i possibili incendi e a fine anno riconosciuto un compenso in base al risultato ottenuto. E i numeri danno ragione al progetto, perché i pastori conoscono palmo a palmo queste terre. “Abbiamo raggiunto ottimi risultati, che definirei eclatanti, grazie anche al clima di fiducia tra amministrazione e cittadinanza”, sottolinea Bombino. “Di fatto in due anni abbiamo annullato gli incendi boschivi all’interno del parco, contribuendo allo stesso tempo a dare un nuovo significato al ruolo del pastore, che si trasforma in ‘eco-pastore’”.

Risultati che assumono maggiore rilevanza se rapportati agli scenari delle altre provincie calabresi e dell’intero territorio italiano, drammaticamente colpiti da continui e devastanti incendi che hanno danneggiato rilevanti porzioni di patrimonio naturalistico. Un modo per recuperare il dialogo tra l’ente pubblico e la comunità dove opera. Annullando le distanze e rendendola partecipa, attiva. Un ruolo fondamentale, sia nel rilancio del territorio che nella conservazione di un patrimonio naturalistico unico in Italia.

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