
Gli pneumatici sono materiali compositi che, grazie agli studi condotti da Michelin, stanno contribuendo allo sviluppo tecnologico in molteplici settori.
Un tweet svela la nuova Rapide E, la prima Aston Martin elettrica della storia. L’iconica supercar di 007 avrà 610 cavalli. Le prime consegne a fine 2019. Nel frattempo, chi avesse una vecchia e inquinante Aston Martin nel box…
Poche parole e un video con un’auto che si muove silenziosa nelle notte inglese. Andy Palmer, ceo di Aston Martin, ha scelto un tweet per mostrare al mondo i primi “passi” della nuova Rapide E, la prima volta in elettrico della supercar che per anni ha accompagnato l’agente 007 nelle sue incredibili avventure.
A moment of @astonmartin history. First Validation Prototype Aston Martin RapideE moves under its own power for the very first time with its breakthrough 800v battery. Great work from the development team which includes Williams Engineering. pic.twitter.com/b2mRaeCsNP
— Andy Palmer (@AndyatAston) 21 gennaio 2019
La prima apparizione risale al 2015, quando la concept elettrica di Aston Martin, derivata dalla Rapide S è stata mostrata nella sede di Lancaster, Inghilterra, in occasione di una visita del principe William e del presidente cinese Xi Jinping. L’obiettivo è produrre una sportiva elettrica di altissime prestazioni, avversaria di Tesla ma anche della futura elettrica Porsche Mission E.
Quattro anni dopo, la Rapide E è quasi pronta al debutto, che avverrà alla fine di quest’anno. Prodotta nel nuovo stabilimento Aston Martin di St Athan, nel Galles, l’elettrica inglese è stata sviluppata in collaborazione con la Williams Advanced Engineering, la divisione tecnologica del team Williams Formula 1. Fra le caratteristiche comunicate ad oggi spicca il sistema di carica da 800 volt con l’obiettivo di rendere i tempi di ricarica più brevi possibili e la batteria da 65 kWh ricaricabile all’80 per cento in soli 15 minuti da una colonnina fast charge da 100 kW. L’autonomia – non eccezionale se paragonata ai modelli elettrici più recenti – dovrebbe essere di circa 350 chilometri. Ovviamente, le prestazioni sono da vera supercar: due motori elettrici, oltre 600 cavalli di potenza, accelerazioni brucianti e 250 km/h di velocità massima.
Di Aston Martin Rapide E ne verranno costruite per ora solo 155 esemplari, ciascuno al prezzo di circa 220mila euro. Il pacco batterie ha preso il posto del motore V12 originale da 6 litri e alimenta due motori elettrici montati posteriormente. Esteticamente ispirata alla Rapide S, esempio di mobilità elettrica ad alto tasso di divertimento, la Rapide E adotta soluzioni aerodinamiche ottimizzate, ruote di nuova concezione e speciali pneumatici a bassa resistenza al rotolamento. La trazione ovviamente è posteriore, con un differenziale a slittamento limitato per scaricare a terra l’enorme coppia motore.
Nel frattempo, Aston Martin lancia la sua soluzione EV per i modelli heritage. L’obiettivo? Mitigare possibili restrizioni future sull’uso delle auto d’epoca. In pratica, chi possiede un’Aston Martin d’epoca, può decidere di trasformarla in un’affascinante auto elettrica. Utilizzando le conoscenze acquisite da Aston Martin proprio durante lo sviluppo della Rapide E, la casa inglese ha messo a punto un kit di conversione, un retrofit evoluto e soprattutto originale, realizzato direttamente dalla Aston Martin Works di Newport Pagnell.
La prima vettura ad essere stata elettrificata è una DB6 MkII Volante del 1970. Motore e cambio vengono sostituiti dall’unità elettrica e da un pacco batterie. Il tutto è invisibile e i nuovi comandi sono stati discretamente adattati agli interni della vettura. Dato il valore storico di queste vetture da collezione, Aston Martin garantisce che ogni conversione sia in sintonia con l’integrità della vettura originale, con la possibilità di ripristinare il motore originale in caso di “pentimento”.
“Siamo consapevoli delle pressioni ambientali e sociali che minacciano l’uso di auto d’epoca negli anni a venire – ha dichiarato Andy Palmer – Il nostro Second Century Plan non solo comprende modelli elettrici come la Rapide E, ma grazie a progetti come questo mira a proteggere anche il nostro patrimonio storico”.
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