Uno studio olandese ha calcolato i costi sanitari sostenuti in Europa per le cure di chi si ammala a causa dello smog emesso dai motori termici.
Cavie umane e animali usate per i test dei gas di scarico di automobili, secondo fonti tedesche
Le case automobilistiche tedesche avrebbero finanziato test sui gas di scarico usando come cavie scimmie ed esseri umani, lo dicono il New York Times e alcune fonti tedesche.
Un nuovo scandalo aleggia nell’aria, velenoso come i gas di scarico che sarebbero stati fatti inalare a persone e a scimmie, dopo la controversa storia nota come dieselgate. Secondo una fonte tedesca, lo Stuttgarter Zeitung, un ente fondato ad hoc da alcune compagnie automobilistiche tedesche avrebbe finanziato ricerche sugli effetti dei gas di scarico usando esseri umani come cavie. Nello specifico pare che il gruppo di ricerca europeo su ambiente e salute nel settore dei trasporti (Eugt) – fondato da Bmw, Daimler e Volkswagen – avrebbe condotto i test su 25 persone giovani e in salute, esaminate dopo “aver inalato biossido di azoto in diverse concentrazioni e per diverse ore”, nei laboratori dell’Università di Aquisgrana, in Germania. La ricerca è stata pubblicata lo scorso 7 maggio 2016 sulla rivista International Archives of occupational and environmental health.
Dieselgate, un altro capitolo
La notizia arriva a poche ore dall’inchiesta pubblicata dal New York Times, dove si legge che nel 2014, poco dopo lo scandalo delle emissioni truccate, sarebbe stata finanziata direttamente dalle case automobilistiche un’altra ricerca per testare gli effetti dei gas di scarico nei laboratori di Albuquerque, in New Mexico, questa volta sulle scimmie. I test sarebbero avvenuti utilizzando una New Beetle, per dimostrare che i nuovi modelli erano più “puliti” dei precedenti. Secondo la fonte americana, le ricerche sarebbero servite per fare pressione e influenzare così il dibattito politico a favore dei motori diesel.
Le reazioni da parte della politica e delle case automobilistiche
Dura la presa di posizione della cancelliera Angela Merkel, che tramite il suo portavoce fa sapere che i “test sugli animali e perfino sulle persone non trovano alcuna giustificazione sul piano etico e l’indignazione di tante persone è assolutamente comprensibile”. Anche il presidente di Volkswagen Hans Dieter Pötsch ha dichiarato che i test sono “incomprensibili” e che i responsabili “saranno tenuto a rendere conto”. Il consiglio di vigilanza Volkswagen chiede un’inchiesta. Secondo quanto riporta lo Stuttgarter Zeitung: “Daimler non supporta e non tollera alcun trattamento non etico degli animali” e che prende “le distanze dallo studio, superfluo e ripugnante”. Bmw ha invece commentato che il gruppo non ha condotto esperimenti sugli animali e non ha partecipato allo studio.
Il diesel, una questione di salute
Secondo un recente studio condotto dall’Istituto meteorologico norvegese e l’istituto internazionale Iiasa (International Institute for Applied Systems Analysis), sono almeno 425mila le morti annue riconducibili all’inquinamento dell’aria nei 28 Paesi dell’Unione europea più Norvegia e Svizzera. Poco meno di 10mila decessi sono attribuibili alle emissioni di ossidi di azoto dei motori diesel e, di questi, 4.560 sono collegabili alle emissioni in eccesso rispetto ai limiti dichiarati dai produttori di veicoli. L’Italia avrebbe un triste primato, con il più alto numero di morti premature riconducibili alle polveri sottili generate dai veicoli diesel: 2.810 morti all’anno, di cui 1.250 legate al surplus di emissioni rispetto a quanto certificato dalle case automobilistiche nei test di laboratorio.
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