Il ginko biloba è una pianta originaria di Cina, Giappone e Corea, si è diffusa in Europa e in America come pianta ornamentale. Viene considerato un importante superstite di un grande gruppo di piante, oramai estinte, che ebbero il loro massimo incremento durante il periodo carbonifero, circa duecento milioni di anni or sono. Ciò sembra dovuto alla sua grande resistenza al freddo e alla penuria di acqua, alla sua immunità a funghi e parassiti, nonché ai fumi tossici. Famoso un ginko di Hiroshima sul quale, la primavera dopo la catastrofe e la città ancora in macerie, spuntarono le gemme, fino a trasformarlo in un albero rigoglioso ancora oggi visibile nel centro della città ricostruita. Il ginkgo biloba è una pianta che può essere alta fino a 30-40 metri. ©Pexel Quando usare il ginkgo biloba Efficace in caso d’insufficienza della circolazione sanguigna cerebrale, manifestata da sintomi quali vertigini, cefalee, ronzii alle orecchie. Diminuisce i disturbi della memoria e della concentrazione, in particolare nell’anziano. Tonifica le pareti delle vene, riducendo l’accumulo di sangue e facilitando il riflusso sanguigno. Il ginkgo migliora la permeabilità dei capillari, riducendo l’accumulo di liquidi nei tessuti. Proprietà terapeutiche del ginkgo biloba Le foglie del ginkgo bibola conentegono glucosidi flavonoidi, ginkolidi, terpeni, olio essenziale e resine. ©Ingimage È la pianta più usata per limitare i processi d’invecchiamento: difetti di circolazione, in particolar modo cerebrale, ma anche degli arti inferiori, di cui accelera il recupero e la motilità. Coloro che utilizzano il ginko dicono che “rischiara la mente”: ecco perché lo troviamo, spesso in associazione a ginseng o eleuterococco, in preparati atti a migliorare l’attività cerebrale, utile quindi anche a studenti e manager. Rientra nella composizione di molte creme anticellulite, per la sua azione drenante e migliorativa del microcircolo, il cui malfunzionamento è causa primaria dell’antiestetica buccia d’arancia. Usi e controindicazioni del ginkgo biloba Si può preparare un infuso con le foglie, utilizzando 30-40 g per litro d’acqua, e berne una tazza tre volte al giorno. Con un infuso più concentrato, 100 g per litro, si possono fare maniluvi e pediluvi tiepidi o caldi, molto efficaci contro i geloni. Non va mai somministrato a persone con difetti di coagulazione o sottoposti a terapia con anticoagulanti.