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Nel veronese si è compiuto un grave atto di razzismo verso i migranti: due uomini di estrema destra sono entrati nel centro di accoglienza di Pescantina intimidendo le famiglie nigeriane ospiti.
Sono entrati che era già buio nel centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Pescantina, in provincia di Verona, e hanno aggredito alcuni degli ospiti che al momento erano all’interno, soprattutto famiglie provenienti dalla Nigeria. È successo venerdì 8 dicembre ma i due autori del blitz, che fortunatamente non ha provocato danni seri agli aggrediti, sono stati identificati dai carabinieri della zona solo il giorno dopo.
Si tratta di due fratelli conosciuti per la loro militanza in gruppuscoli dell’estrema destra del veronese. Ora i due sono accusati di violazione di domicilio, interferenza nella vita privata e sostituzione di persona: uno dei due aggressori infatti si era spacciato inizialmente proprio per carabiniere. Uno degli ospiti del Cas però, dopo aver chiesto invano al falso poliziotto di mostrare il tesserino di riconoscimento, ha iniziato a filmare i due, mentre altri hanno chiamato il 112. Gli intrusi erano entrati per fotografare gli ambienti, rompere mobili e intimidire i migranti presenti: rimasti infastiditi dal fatto di essere ripresi, hanno sottratto con la forza all’immigrato il telefonino, rompendolo dopo averlo gettato a terra.
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Uwa, una richiedente asilo ospitata nel Cas, ha raccontato al sito Il Post che quando è avvenuta l’irruzione stava riposando: “A un certo punto ho sentito la mia porta sbattere, sono uscita dalla camera e ho visto un uomo che faceva delle foto e che entrava anche nelle altre camere dove c’erano altre donne e i bambini che dormivano. Diceva di essere un poliziotto, io gli chiedevo di farmi vedere il tesserino, ma lui non me lo voleva mostrare e mi chiedeva invece di far vedere a lui i miei documenti”.
L’intervento immediato dei veri carabinieri ha evitato conseguenze peggiori sebbene l’associazione locale Veronesi aperti al mondo si sia posta in maniera critica nei confronti dell’operato delle forze dell’ordine che, a loro dire, avrebbero fatto scattare la denuncia solo quando l’episodio è diventato di pubblica conoscenza per via della denuncia di Giuseppe Civati, esponente del partito politico Possibile.
Quello di Pescantina non è il primo episodio di razzismo e intolleranza che viene portato alle cronache in questi giorni, insieme al blitz di un gruppo di estrema destra nella sede di Como senza frontiere, una onlus che si occupa di accoglienza ai migranti e a quello di Forza Nuova sotto la sede del quotidiano La Repubblica, accusata “di tenere una linea editoriale filo-immigrazionista per sostenere gli interessi delle cooperative”. Sabato 9 dicembre, a Como, si è tenuta la manifestazione E questo è il fiore, una manifestazione contro fascimo e intolleranza organizzata proprio in reazione ai recenti episodi.
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