Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Secondo un’analisi della ong Pan Europe la quota di frutta sulla quale sono presenti residui di pesticidi è aumentata nettamente rispetto a 10 anni fa.
Quasi un terzo della frutta coltivata nell’Unione europea presenta residui di pesticidi. A spiegarlo è uno studio dell’organizzazione non governativa Pan Europe, che ha analizzato circa 97mila campioni di vario genere (pesche, fragole, mele, pere, ciliegie, ecc.), riscontrando tracce di sostanze chimiche nel 29 per cento dei casi.
A preoccupare è ovviamente il fatto in sé ma soprattutto il drammatico aumento dei dati, poiché uno studio analogo, condotto nel 2011, aveva indicato la presenza di residui di pesticidi “soltanto” nel 18 per cento dei campioni analizzati. Il che risulta in totale contraddizione con gli annunci di numerosi stati membri, che nell’ultimo decennio hanno affermato di voler sostenere la sostituzione dei pesticidi chimici con altri prodotti meno rischiosi per la salute umana.
Da parte sua, inoltre, l’Unione europea si era posta come obiettivo il dimezzamento dell’uso delle sostanze considerate più pericolose entro il 2030. Salvo poi decidere di rinviare la decisione. Ma lo studio, appunto, sembra indicare che per ora il settore agricolo stia andando in direzione opposta: “Senza misure forti, non vedo come questo obiettivo possa essere centrato”, ha commentato Salomé Roynel, di Pan Europe.
L’organizzazione non governativa ha citato una serie di prodotti particolarmente pericolosi per la salute, come nel caso del tebuconazole: un fungicida che può provocare problemi di fertilità e le cui tracce sono state ritrovate su delle ciliegie prodotte in Spagna nel 2019. Proprio i frutti rossi sono tra quelli che presentano più frequentemente tracce di pesticidi secondo Pan Europe: circa la metà dei campioni di more e ciliegie analizzati, ad esempio, è risultata contaminata. Solo leggermente migliore la situazione di pesche (45 per cento), fragole (38 per cento) e albicocche (35 per cento).
I dati relativi alle verdure appaiono invece meno gravi, poiché rispetto alla frutta, esse risultano meno di frequente attaccate da insetti o malattie. A risultare contaminato è stato il 13 per cento dei campioni analizzati (rispetto all’11 del 2011). Il prodotto sul quale sono stati ritrovati più di frequente pesticidi è il sedano, con il 31 per cento dei casi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.
Con l’immunologo Attilio Speciani abbiamo approfondito uno studio australiano secondo cui il consumo di noci è associato a una maggiore longevità, memoria e mobilità articolare.
Lo Stato ha approvato una legge bipartisan per togliere dai pasti scolastici i cibi ultra-processati più dannosi per la salute a partire dal 2029 ed entro il 2035.
Secondo un report pubblicato in vista della Cop30, le 45 maggiori aziende di carne e latticini al mondo inquinano di più del secondo Paese produttore di petrolio.
