Clima: c’è una petizione per chiedere all’Italia di ratificare l’Accordo di Parigi

Che l’Italia ratifichi l’Accordo di Parigi. È la richiesta di Fondazione Univerde fatta attraverso una raccolta firme, per sollecitare il governo a presentare il disegno di legge in vista della Cop 22 di Marrakech.

L’Italia si occupi immediatamente della ratifica dell’Accordo di Parigi, che impegna gli Stati a limitare l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi, quantomeno per arrivare all’approvazione in tempo per la Cop 22 di Marrakech, in Marocco, in programma dal 7 al 18 novembre: è questo il contenuto della petizione #Salvailclima: subito ratifica dell’accordo di Parigi lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde ed ex ministro dell’Ambiente, in collaborazione con Focus, che ha raggiunto in pochi giorni 20mila firme e che è stata presentata alla Camera dei deputati.

La strada verso la ratifica dell’Accordo di Parigi

Quella stessa Camera che attende inutilmente ormai dal 12 dicembre 2015, giorno della conclusione della Cop 21 di Parigi, che il governo presenti il disegno di legge di ratifica per l’approvazione del parlamento. “Eppure – dice Pecoraro Scanio – non si tratta di un atto particolarmente complesso e lo stesso primo ministro Matteo Renzi ha da subito manifestato sostegno per l’Accordo di Parigi. Se ci vuol tanto per una ratifica, allora mi viene da pensare che la legge quadro per la decarbonizzazione arriverà nel 2100”. Invece “c’è la necessità di tenere alta l’attenzione su questo tema, che dovrebbe andare oltre le dispute politiche, e di arrivare a Marrakech non solo con la ratifica fatta, ma anche con delle dichiarazioni di intenti”. Inoltre, conclude il presidente di Univerde, “ci vorrebbe anche un tavolo di lavoro per inserire qualcosa nella prossima legge di stabilità che non sia solo l’ecobonus ma qualche atto un po’ più ambientalista”.  Al momento hanno approvato il trattato già 60 paesi, che rappresentano però solo il 47,62 per cento delle emissioni globali di CO2: l’accordo invece per entrare in vigore deve essere ratificato da almeno 55 paesi che rappresentino il 55 per cento delle emissioni.

Cosa chiedono le associazioni ambientaliste

Alfonso Pecoraro Scanio presenta alla Camera la petizione per la ratifica dell'Accordo di Parigi © UniVerde
Alfonso Pecoraro Scanio presenta alla Camera la petizione per la ratifica dell’Accordo di Parigi © UniVerde

Anche secondo Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia di Wwf Italia, “il ddl va approvato entro i primi di ottobre perché dal momento della ratifica ci vuole circa un mese per l’entrata in vigore dell’accordo e noi vogliamo che a Marrakech si cominci a discutere delle cose concrete: la situazione è drammatica, abbiamo appena spinto ufficialmente i livelli di CO2 oltre le tanto temute 400 parti per milione e gli scienziati sono molto spaventati. L’Accordo di Parigi ci dà gli strumenti per combattere il riscaldamento globale ma dobbiamo iniziare a lavorare da subito”.

A proposito della decarbonizzazione citata da Pecoraro Scanio, la Coalizione italiana clima rincara la dose esorta il governo italiano a dotarsi di una nuova strategia energetica nazionale. “Questo atto di indirizzo più volte annunciato dall’esecutivo è diventato assolutamente necessario e deve riguardare tutte le politiche, a cominciare da quelle economiche, energetiche e industriali. Il piano nazionale industriale 4.0 e la legge di bilancio 2017 sono, in questo senso, due grandi occasioni da non perdere per accelerare la decarbonizzazione dell’economia”.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Senza api non si mangia: a rischio il 70% dell’agricoltura mondiale

Solamente negli ultimi cinque anni sono scomparsi 10 milioni di alveari nel mondo, quasi 2 milioni l’anno, oltre 200mila solo in Italia. La colpa è anche dei cambiamenti climatici, oltre che dei pesticidi come i neonicotinoidi, che con l’aumento delle temperature e la diffusione di nuovi parassiti stanno mettendo a rischio salute e sopravvivenza delle